Sostituire le poppate: come e quando?

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sostituire le poppate

SOSTITUIRE LE POPPATE: COME E QUANDO?

Lo svezzamento e l’allattamento sono due processi paralleli, che coesistono e non interferiscono tra loro.

Non bisogna cercare di sostituire l’allattamento con gli alimenti complementari, soprattutto nella fase iniziale.
Il nostro obiettivo non è quello di far saziare il bambino con i solidi, ma di permettergli di scoprire e sperimentare nuove consistenze, gusti, forme, odori e temperature.

Fino ad 1 anno, il latte rimane la base dell’alimentazione di un bambino. Per citare l’OMS: “Il latte materno è un’importante fonte di energia e nutrienti per i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi. Può fornire metà o più del fabbisogno energetico di un bambino di età compresa tra 6 e 12 mesi”.

Pertanto, la sostituzione categorica dell’allattamento con gli alimenti complementari dovrebbe avvenire dopo 1 anno.

Nei primi mesi dello svezzamento, se i genitori notano che il bambino rifiuta le poppate a favore dei pasti, ha senso limitare la quantità di questi ultimi, per favorire le poppate.

Come avviene la sostituzione delle poppate con i cibi complementari?

In modo graduale e no, non possiamo controllare questo processo, il bambino lo farà da solo. Ogni giorno mangerà più cibi solidi, riducendo la frequenza e/o la durata delle poppate.
Per ogni bambino ciò accade nel momento appropriato.

È una buona regola, fino ad 1 anno di vita, offrire il latte sia 30-40 minuti prima del pasto solido, sia subito dopo.

Lo facciamo perché il bambino a 6 mesi non sa che gli alimenti complementari possono saziarlo. L’unico modo che conosce per soddisfare la fame è l’allattamento. Mangiare del cibo per lui è un curioso rito che mamma e papà ripetono ogni giorno. Inizia quindi a mangiare i solidi per curiosità e non per fame.

Un bambino, nella fase iniziale dello svezzamento, non dovrebbe mai sedersi a tavola affamato, perché sarebbe nervoso e vorrebbe mangiare e per lui vale a dire latte materno o artificiale. Col tempo, quando capirà che anche il cibo dà sazietà, lui stesso inizierà a rifiutare le poppate prima dei pasti.

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Parliamo di questo ed altro nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere” – SCOPRI DI PIÙ

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Ma il bambino così si strozza!

ma così si strozza

MA COSì IL BAMBINO SI STROZZA!

Confessate, quante di voi hanno pensato così all’inizio dell’introduzione dei cibi in pezzi? Effettivamente, potrebbe sembrare così, ma quasi sempre ciò che accade al bambino è un semplice riflesso di vomito (chiamato anche il gag reflex o il riflesso faringeo). Non è nulla di cui avere paura, anzi, è un segnale positivo, che ci fa capire che il corpo del bambino sta funzionando esattamente come dovrebbe!

Cos’è il riflesso faringeo (RF)?

E’ un meccanismo di protezione dal soffocamento che si attiva quando:

✔️Il bambino sperimenta una consistenza sconosciuta o sgradevole (anche se l’alimento è già familiare)

✔️ Il pezzo è troppo grande per lui e, con l’aiuto del RF, il corpo avvisa il bambino che il cibo dev’essere ulteriormente sminuzzato prima di deglutire

✔️ Il pezzo è andato troppo in profondità. Qui il RF aiuta a spostarlo nella parte anteriore della lingua per essere “lavorato” ancora.

❗Il riflesso faringeo non indica che:

❌ Al bambino non piace il cibo (anche se ciò è possibile)

❌ Il bambino non è ancora pronto a gestire il cibo in pezzi (anzi, se il RF interviene, allora tutto procede correttamente)

Quando si attiva il RF, non dobbiamo fare nulla se non incoraggiare il bambino. Niente facce spaventate o salti di paura. Accompagnate il bambino in questi istanti con serenità, per lui è una reazione naturale, non lo spaventa. Infatti, se osserviamo i bimbi dopo il gag reflex, quasi sempre continuano a mangiare come se nulla fosse. Se noi, invece, gli mostriamo che siamo spaventati, gli “insegniamo” che è una cosa di cui aver paura e successivamente potrebbe spaventarsi anche lui.

Quando la situazione diventa pericolosa?
Se vi sembra che il bambino stia soffocando, analizzate questo:

🔥 Se il bambino ha un colorito rosso ed è rumoroso, sta bene. L’aria entra nei polmoni. È al sicuro e sta bene. Non interferite, rimanete lì a supporto.

🔥 Se il bambino è silenzioso e ha un colorito bluastro, sta soffocando. Ha bisogno di essere soccorso urgentemente!

‼️Rispettate sempre i tagli sicuri (la guida sui tagli è in biografia) e fate un corso di disostruzione pediatrica.

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Per i tagli di altri alimenti, c’è la nostra guida sui tagli sicuri e sicurezza a tavola QUI

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Tagli sicuri: Fragole

tagli sicuri fragole

TAGLI SICURI: FRAGOLE

In prossimità della stagione delle fragole ricevo tantissime domande: quando si possono dare? Come tagliarle? E’ rischioso per le allergie?

Scopriamolo.

Le fragole possono essere offerte ai bambini dai 6 mesi di età, ma è importante seguire le regole di sicurezza per servirle.

Considerata la loro forma conica e la superficie abbastanza liscia, le fragole devono essere tagliate in 4 o più spicchi (a secondo della dimensione della fragola).

E’ importante, quindi, evitare forme cilindriche e rotonde, attraverso il taglio corretto.

Sì, le fragole possono causare allergie, proprio come qualsiasi altro alimento, ma non sono incluse nell’elenco dei 14 allergeni più comuni. Una reazione allergica può verificarsi solo in rari casi (3-4% nei bambini sotto i due anni e 0,5-1% nei bambini più grandi) e non necessita un inserimento specifico.

Ricordate che evitare un alimento a causa del rischio di allergie può essere controproducente. I recenti studi ci dicono infatti, che introdurre un potenziale allergene all’inizio dello svezzamento dai 6 mesi, riduce il rischio di sviluppare un’allergia da grandi, proprio al contrario di ciò che si credeva in passato.

Le eruzioni cutanee leggere dopo il consumo di fragole non sono sempre un indicatore di allergia. Potrebbe essere solo una reazione cutanea locale. Pertanto, è importante contattare un allergologo per confermare la diagnosi e non escludere questo alimento dalla dieta del bambino senza una reale necessità.

Curiosità: le proteine delle fragole che causano una reazione allergica sono sensibili al calore, questo significa che se cotte potrebbero non causare una reazione acuta. Pertanto, spesso le persone che hanno una reazione alle fragole fresche, possono mangiare la marmellata senza problemi.

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Per tutti i tagli sicuri: c’è la nostra guida sui tagli sicuri e sicurezza a tavola QUI

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Svezzamento classico? no obsoleto!

svezzamento classico

SVEZZAMENTO CLASSICO? NO OBSOLETO!

Spesso cominciate le vostre domande con “abbiamo fatto lo svezzamento classico”, intendendo i crono inserimenti, l’utilizzo del brodo vegetale, le pappe con le farine, date ai bambini per giorni di fila…

E’ arrivata l’ora di dirvelo: questo non è un approccio classico, è obsoleto.

Lo scrivo non per far sentire sbagliate le mamme che hanno seguito quella linea e che hanno fatto ciò che credevano giusto. Lo scrivo per farvi capire che non siete obbligate a continuare così.

Vediamo cosa c’è di “classico” e cosa di “obsoleto”.

Classico:

✅️Iniziare con le consistenze cremose per poi a breve passare alle consistenze più solide e al finger food.

Obsoleto:

⛔️Iniziare prima dei 6 mesi in assenza di tutti i requisiti

⛔️Offrire le pappe (a base brodo vegetale) con diversi alimenti mescolati dentro

⛔️Introdurre un alimento alla volta

⛔️Introdurre alimenti in ordine specifico

⛔️Far mangiare una determinata quantità di cibo a tutti i costi

⛔️Prolungare il periodo delle consistenze cremose oltre agli 8 mesi

⛔️Sostituire subito le poppate con i cibi complementari

⛔️Utilizzare il cibo “per bambini”

Se un pediatra vi consiglia uno di questi ultimi punti non abbiate paura di affrontarlo, di fare domande e chiedere chiarimenti. Appellatevi alle linee guida delle organizzazioni autorevoli come OMS (WHO) o UNICEF sull’alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a 3 anni.

Gli studi recenti dicono chiaramente:

“I bambini mangiano di più quando ricevono una dieta varia, rispetto a quando hanno una dieta limitata e monotona. Offrire una dieta varia serve anche a migliorare l’appetito. Molte caratteristiche, quali il sapore, l’aroma, l’apparenza e la consistenza, influenzano il consumo alimentare dei bambini.”

“L’uso di alimenti complementari di origine industriale può ritardare l’accettazione della dieta familiare.”

“Aumentare la varietà dei cibi serve ad accrescere l’accettabilità di sapori differenti.”

“Il latte materno o in formula deve rimanere la fonte primaria di nutrienti per tutto il primo anno di vita.”

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Non porta il cibo alla bocca

cibo alla bocca

NON PORTA IL CIBO ALLA BOCCA

“Perchè mio figlio non porta il cibo alla bocca. Come posso aiutarlo?”

1️⃣Il bambino non capisce cosa ci aspettiamo da lui. Probabilmente, perché non mangiate tutti insieme e non vi ha mai visto portare il cibo alla bocca. Come fa a capire se non l’ha mai visto?

✅️Per insegnare qualcosa a un bambino, dobbiamo prima dare l’esempio. Loro imparano grazie ai neuroni a specchio, osservando ed imitando. Per questo, cercate di mangiare sempre insieme.

2️⃣Il bambino è stato imboccato prima e non sa che ora deve mangiare da solo. Per lui essere imboccato è la norma.

✅️Aiutatelo a capire come si fa. Tutti a tavola davanti al proprio piatto, bambino incluso, iniziate a mangiare, a quel punto lui si aspetterà di essere imboccato. Aiutatelo con il primo boccone o cucchiaio già pronto. Tornate al vostro piatto e mangiate 2-3 bocconi. Se non cercherà di mangiare da solo, aiutatelo ancora una volta. Continuate così fino a che non inizierà a mangiare da solo.

3️⃣Il bambino non ha mai avuto possibilità di portare nulla alla bocca. Probabilmente, per paura dello “sporco”, i suoi caregivers gliel’hanno impedito e ha smesso di provarci.

✅️Cominciate a normalizzare il “mouthing” (mettere cose in bocca). Stimolatelo a farlo con dei giochi, gadget per la dentizione, facendogli capire che si fa.

4️⃣Fa parte del carattere del bimbo. Non è il tipo che porta cose alla bocca da solo, ma piuttosto aspetta che le cose gli siano proposte.

✅️Prendete pezzetti di cibo o cucchiaio carico e portateli all’altezza del suo sguardo, invitandolo a prenderli. Attirate la sua attenzione e aspettate che tenda la mano per farlo.

5️⃣Il bambino è sensibile al tatto e non gli piace toccare il cibo. Succede con i bimbi altamente sensibili.

✅️Aiutatelo ad utilizzare le posate per non dover usare le mani. Lavorate sulla sua accettazione delle manine sporche fuori dai pasti, giocando con i colori a dita, con terra, sabbia o plastilina etc.

6️⃣Nel caso in cui notiate che il bimbo non ha mai provato a portare proprio nulla alla bocca (nemmeno i giochi), parlatene con il pediatra.

🔥Affrontiamo questo e tutti gli altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere”, scopri tutti i dettagli qui.

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Mangiare insieme in svezzamento

mangiare insieme svezzamento

MANGIARE INSIEME IN SVEZZAMENTO

Vi parlo spesso di quanto sia importante che tutta la famiglia si sieda insieme a tavola, affinché il bambino non mangi mai da solo.

Lasciate che vi spieghi perché è importante:

❗Sviluppa l’interesse per il cibo

Questo suscita nel bambino un vivo interesse per il cibo che vede.

❗Insegna la cultura del cibo.

Il bambino impara fin dall’inizio a mangiare in compagnia, comincia a capire che un pasto non è solo “riempire lo stomaco”, ma godersi gusto e profumi e chiacchierare con i propri cari.

❗Si adegua alle tradizioni di famiglia

Il bambino vede cosa e come mangia tutta la famiglia e adotta queste usanze in modo naturale.

❗Insegna al bambino il comportamento a tavola

Il bambino impara a sedersi al suo posto durante il pasto, a masticare con la bocca chiusa, guardando come fanno gli altri.

❗Mostra al bambino cosa fare con il cibo e come gestirlo

Se mangiate sempre nel momento in cui il bambino dorme, semplicemente non saprà mai cosa sia un “pasto”, non saprà cosa fare con gli alimenti, perché non li conosce. Mangiare con un bambino è dargli un esempio personale, lo istruisce in modo naturale.

❗Aiuta vostro figlio a fidarsi e ad accettare determinati alimenti

I bambini hanno spesso paura di provare nuovi cibi. Se vedono regolarmente i loro cari mangiarli, però, inizieranno a fidarsi e ad assaggiarli.

❗Sposta l’attenzione dei genitori dal bambino al pasto e riduce lo stress a tavola

Spesso prestiamo troppa attenzione ai bambini durante i pasti, il che aumenta la tensione a tavola. Quando tutta la famiglia mangia insieme, tutti sono impegnati con il proprio piatto. In questo modo i pasti si svolgono in un’atmosfera rilassata.

❓Cosa fare se i ritmi del bambino non coincidono sempre con i ritmi di tutta la famiglia? Ad esempio, papà torna a casa tardi quando il bambino sta già andando a letto.

✔️Almeno un adulto dovrebbe condividere un pasto con il bambino. Potete farlo con una porzione molto piccola, successivamente potrete comunque condividere il pasto principale con il vostro partner 😉.

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Latte vaccino in svezzamento: quanto e quando?

Latte vaccino svezzamento

LATTE VACCINO IN SVEZZAMENTO: QUANTO E QUANDO?

⚠️da 0 a 6 mesi

Escluso in qualsiasi forma. La dieta del bambino dovrebbe essere composta esclusivamente da latte materno o in formula.

⚠️da 6 a 12 mesi

Il latte materno o quello in formula continua ad essere parte importante della dieta del bambino. Il latte vaccino si può offrire dai 6 mesi in piccole quantità come ingrediente nelle preparazioni. Ad esempio, nel purè di patate, nella frittata, le crepes etc.

❗Non è consentito come bevanda, es. non si può semplicemente versarlo in un bicchiere e darlo da bere.

❗Il latte dev’essere pastorizzato o bollito. Quello crudo, “dalla mucca carolina” non è idoneo, per l’alto rischio di contrarre la listeria (fino ai 5 anni d’età).

❗Il latte vaccino scremato o parzialmente scremato ha un contenuto di energia e vitamine liposolubili significativamente minore rispetto al latte intero e non è pertanto raccomandato per bambini sotto i 2 anni.

I latticini, ad esempio, kefir, yogurt, formaggi etc, si possono offrire dai 6 mesi.

⚠️da 1 anno e oltre

Latte vaccino e latte vegetale possono essere usati come bevanda con moderazione. L’eccezione è per il latte di riso a causa di possibili livelli eccessivi di arsenico (non prima dei 5 anni).

❗Attenzione: se state allattando al seno +/- 3 volte al giorno dopo l’anno, non c’è bisogno di introdurre il latte vaccino.

❗Per un bambino non allattato al seno, dopo i 12 mesi, si raccomandano 200-400 ml/giorno di latte vaccino intero non diluito, se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta, oppure 300-500 ml/giorno, se non lo sono. I derivati del latte, come yogurt e formaggi, sono da considerarsi parte di queste dosi. Il consumo eccessivo di latte vaccino può limitare il consumo e la diversificazione di cibi complementari.

❗Il latte è un elemento facoltativo dell’alimentazione di un bambino, a condizione che la dieta presenti fonti di calcio alternative.

♨️ Il latte vaccino fa parte dei 14 allergeni principali, è consigliato inserirlo nella dieta dei bambini nel primo anno di vita.

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Retina per lo svezzamento o retina antisoffocamento: si o no?

retina svezzamento

RETINA PER LO SVEZZAMENTO O RETINA ANTISOFFOCAMENTO: SI O NO?

Risposta facile…la retina non serve! …anzi, a volte potrebbe essere anche dannosa.

Perché?

❌ Non insegna a masticare. Sebbene la pubblicità di questo prodotto affermi spesso il contrario. Mamme, come si può imparare a masticare se i pezzi non entrano nella bocca?

A 6 mesi il bambino inizia a sviluppare la capacità masticatoria e ha bisogno di fare tanta pratica per imparare a masticare efficacemente. La retina qui è un impedimento.

❌ Non aiuta ad introdurre gli alimenti. Il bambino ha costantemente tra le mani lo stesso oggetto dall’aspetto sempre uguale: la retina. E in bocca? Idem, sempre la stessa consistenza. Cosa gli può insegnare questo? Piuttosto può confonderlo, perché dallo stesso dispositivo esce spesso un sapore diverso, ma la consistenza è sempre uguale.

❌ Non crea una cultura della nutrizione. Voi avvolgete il cibo in una garza o in una pellicola di plastica e la succhiate? No. Allora perché dovrebbe farlo un bambino?

❌ Non introduce alle varie consistenze. Piuttosto, ne introduce una sola: un liquido incomprensibile che il bambino succhia dall’alimento attraverso un dispositivo. Vi ricordo, che lo scopo dell’introduzione dei cibi solidi è far scoprire al bambino sapori e consistenze diverse.

❌ Può essere un terreno fertile per i batteri, soprattutto se il cibo vi rimane a lungo dentro e non si effettua un lavaggio accurato.

❌ Inoltre, la retina nasconde un pericolo: il bambino si abitua al fatto che è sempre la stessa consistenza ad entrare in bocca, che può essere inghiottita immediatamente senza fatica. In questo modo, c’è il rischio che più avanti tenda ad ingoiare il cibo in pezzi senza prima masticarli.

Probabilmente molti genitori scelgono di utilizzarla per paura che il bimbo soffochi, ma non è così che si previene il soffocamento. Il soffocamento si previene rispettando le regole di sicurezza a tavola e proponendo i cibi con i tagli sicuri, fidandosi delle competenze del bambino.

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Idee per la colazione in svezzamento

idee per la colazione

IDEE PER LA COLAZIONE

Il latte vaccino come bevanda è sconsigliato per bambini sotto i 12 mesi e anche dopo se ne consiglia un uso moderato.

Allora come si fa con la classica colazione “latte e biscotti”? Cosa si potrebbe proporre in svezzamento?

Partiamo dal presupposto che molti bambini preferiscono una bella poppata al risveglio la mattina e molto probabilmente non avranno voglia di mangiare subito dopo. Nulla ci vieta, però, di invitarli a condividere la colazione con noi un’oretta dopo la poppata.

Un pasto equilibrato consiste in carboidrati (cereali, pane, patate), proteine (uova, latticini, carne, pesce, legumi), frutta e verdura e grassi “buoni”. Alle proteine va dedicato circa un quarto di tutta la porzione (quindi una tazza di latte, forse, è un pò troppo).

Ecco qualche idea adatta dai 6 mesi in su:

🔥Una fetta di pane con crema di nocciole (senza zucchero) e banana

🔥Porridge con pezzetti di frutta e un cucchiaino di burro sciolto

🔥Crepes con frutti di bosco

🔥Torta di carote e mandorle fatta in casa

🔥Una fetta di pane con avocado spalmato, pezzetti di uovo sodo e pomodorini tagliati

🔥Yogurt (naturale bianco intero) con biscotti fatti in casa e frutta

🔥Muffin salati con zucchine (o altra verdura)

🔥Frittata con verdure e una fetta di pane

🔥Yogurt con fiocchi d’avena e frutti di bosco

🔥Una fetta di pane con olio d’oliva, pomodoro e mozzarella

🔥Ricotta con riso soffiato, una spolverata di mandorle e pezzetti di frutta

🔥Pancake fatti in casa con mirtilli

🔥Una fetta di pane con formaggio spalmabile, una spolverata di noci e una pera molto matura tagliata in sicurezza

🔥Waffle alle verdure

Tutto da accompagnare con un bicchiere d’acqua😉. Queste idee vi basteranno per 2 settimane, ovviamente, non demonizziamo il latte con i biscotti, ogni tanto può andar bene, magari abbinando qualche frutto. Ricordiamoci sempre che la chiave per una dieta salutare è la varietà, quindi perchè limitarsi al “latte e biscotti”?

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Lo stomaco non è maturo per il cibo in pezzi!

Stomaco bambini

LO STOMACO NON È PRONTO PER IL CIBO IN PEZZI?

Questa è una domanda molto frequente tra gli scettici dell’autosvezzamento.

La risposta è semplice, la natura ci ha progettato per masticare il cibo prima di deglutire. Abbiamo un’abilità masticatoria innata, che si sviluppa già dai 6 mesi.

Durante la masticazione, il cibo si mescola con la saliva, idratando il bolo alimentare e facilitandone la deglutizione. La saliva contiene degli enzimi che scompongono i carboidrati ed in parte i grassi. Il processo di digestione inizia già nella bocca, a condizione che il bambino mastichi.

La masticazione dà il segnale al cervello che il cibo entrerà presto nello stomaco: lo stomaco inizierà a produrre così enzimi per un’ulteriore digestione.

Nello stomaco, grazie ai succhi gastrici, il cibo viene trasformato in una purea chiamata chimo e da lì viene inviato al duodeno.

Lì, sotto l’influenza degli enzimi pancreatici, della bile e del succo intestinale, iniziano ad essere assorbite dal nostro intestino.

Quindi, ATTENZIONE: il cibo entra nell’intestino già in una forma omogenea. Certo, potranno entrarci ​​​​anche alcuni pezzi più grandi che il bambino non è riuscito a masticare e lo stomaco a digerire, ma la maggior parte del cibo si è trasformata in purea e sarà assorbito. Ecco come funziona la nostra digestione.

Pertanto, quando i nutrienti arrivano ai villi intestinali verranno facilmente assorbiti dall’organismo, a prescindere dal formato originale del cibo.

Quei pezzi più grandi, che il bambino non è stato in grado di masticare efficacemente, transiteranno senza danneggiare il tratto gastrointestinale.

Considerando che nei primi mesi di svezzamento, il nostro obiettivo è, in primo luogo, far scoprire al bambino nuove consistenze e gusti e non dargli da mangiare per saziarlo, il cibo in pezzi si adatta perfettamente a questo scopo.

Quando gli alimenti inizieranno ad apportare un serio contributo nutrizionale, il bambino saprà già come masticarli efficacemente.

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