Vuole essere sempre imboccato

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Copertine post ITA 2 (6)

VUOLE ESSERE SEMPRE IMBOCCATO

Provate spesso a lasciar mangiare vostro figlio da solo, senza essere imboccato, ma lui non ne vuole sapere? Sta lì, seduto e vi guarda con quegli occhi che dicono: “mamma, perchè non mi imbocchi?”

Ci possono essere diversi motivi per questo tipo di atteggiamento:

1️⃣ Il bambino è stato imboccato fin dall’inizio dello svezzamento (introduzione di cibi complementari) e non conosce altro modo per consumare cibi solidi. Riflettete: quando un bambino nasce, non conosce le regole della famiglia in cui arriva, ma siamo noi ad insegnargli queste regole. Vale anche per l’alimentazione: siamo noi ad insegnare al bambino come deve interagire con il cibo. Imboccandolo sempre, gli facciamo capire che è l’unico modo possibile per mangiare. Nel momento in cui decidiamo di lasciar fare a lui, si ritrova davanti ad una situazione che non sa gestire e per questo, non mangia nulla.

2️⃣ Il bambino scopre un alimento completamente nuovo e non sa come maneggiarlo. E’ confuso, non sa da che parte cominciare, quindi rimane fermo e aspetta l’aiuto del genitore.

3️⃣ Il bambino ha bisogno della vostra attenzione. Magari, perchè passa poco tempo con voi e cerca di recuperare durante i pasti. Facendo capire che vuole essere imboccato, si assicura la vostra totale attenzione.

Cosa fare?

‼️Aiutare. Imboccatelo quando lo richiede, perché non è solo una questione di nutrimento, ma anche di sicurezza per lui, che la mamma c’è, gli vuole bene e si prenderà cura di lui.

⁉️Ma così non imparerà mai a mangiare da solo?

Provate a fare così:

Tutti a tavola, ognuno davanti alla propria porzione. Iniziate a mangiare, il bambino, davanti al suo piatto, probabilmente, si aspetterà di essere imboccato. Aiutatelo porgendogli il primo boccone o cucchiaio pronto (a seconda delle consistenze).

Dopo averlo aiutato con un paio di cucchiai, tornate al vostro piatto e mangiate 2-3 bocconi. Se il bambino non cerca di mangiare da solo, aiutatelo ancora una volta e tornate alla vostra porzione. Continuate così finché non inizierà a mangiare da solo.

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Parliamo di questo ed altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere” – SCOPRI DI PIÙ 

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Rovescia il piatto

Copertine post ITA 2 (5)

ROVESCIA IL PIATTO

VOSTRO FIGLIO ROVESCIA SEMPRE IL PIATTO?

Chi non ha mai avuto questo problema?

Pensateci, il piatto è un oggetto nuovo per lui ed è curioso, come lo è per tutto ciò che lo circonda. Cosa fanno i bambini con gli oggetti nuovi? Li vogliono studiare!

Per questo motivo, molto probabilmente, lo capovolgono perché vogliono esplorarlo e studiare tutti i suoi lati.

Cosa fare quindi?

Provate a dare a vostro figlio un piatto fuori dai pasti con cui giocare ed esplorare. Potete metterci anche degli oggetti dentro, in modo che il bambino possa vedere come cadono fuori quando il piatto viene girato. Dategli l’opportunità di sperimentare tutti gli angoli di questo nuovo oggetto. Dopotutto, quando non ci sono più aspetti da scoprire, l’interesse scema e di conseguenza non sarà più necessario rovesciare il piatto durante il pasto.

Se anche dopo averci giocato fuori dai pasti il ​​problema non si risolve, allora basta non utilizzarlo per un po’ e mettere il cibo direttamente sul tavolo. Fategli esaminare il piatto fuori dai pasti e occasionalmente provate di nuovo ad utilizzarlo a tavola. Arriverà il momento in cui il bambino smetterà sicuramente di girarlo.

‼️Non rimproverate il bambino per questo fatto, sarebbe come rimproverarlo per aver giocato con un nuovo giocattolo.

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Alimentazione responsiva

Copertine post RU

Alimentazione responsiva

Ogni volta che avete dubbi se state facendo la cosa giusta con l’alimentazione di vostro figlio, pensate all’alimentazione responsiva. Troverete così sempre la risposta ai vostri dubbi.

Cos’è!?

È la capacità di notare i segnali verbali e non, di fame e sazietà, che un bambino ci invia e la capacità di rispondere in modo tempestivo. Indipendentemente dall’approccio all’alimentazione complementare, rispondiamo SEMPRE a ciò che sta cercando di dirci.

Quando ci invia segnali di fame, il nostro compito è offrirgli prontamente il cibo. Quando ci fa capire che è sazio, bisogna smettere di offrire cibo o di insistere nel far finire la porzione.

Alimentazione responsiva:

✅️Aiuta il bambino a capire che il mondo che lo circonda è attento a lui, gli adulti lo capiscono e sono sempre pronti a rispondere alle sue richieste. Si forma l’attaccamento sicuro.

✅️ Contribuisce allo sviluppo di un comportamento alimentare sano: il bambino non mangia troppo, impara a riconoscere i segnali del proprio corpo.

✅️ Riduce lo stress e rende i pasti in famiglia piacevoli per tutti.

Notiamo facilmente i segnali di fame, ma abbiamo difficoltà con i segnali di sazietà, ci sembra sempre che il bambino non abbia mangiato abbastanza.

‼️Segni che il bambino è pieno:

⛔️Sputa il cibo o allontana un cucchiaio

⛔️Si spazientisce a tavola ed è facilmente distratto da qualsiasi altro stimolo

⛔️Chiude la bocca e serra le labbra quando gli si offre del cibo

⛔️ Si allontana dal cibo

⛔️Gioca con il cibo, lo lancia e non lo porta alla bocca

Se il bambino si comporta come sopra, ha mangiato abbastanza. Fermatevi, non tentate più di dargli da mangiare.

⚠️Cercare di convincere un bambino a mangiare “un altro cucchiaio” o cercare di imboccarlo con canzoni o gadget, NON è un’alimentazione responsiva.

L’alimentazione responsiva è quando il genitore propone e il bambino decide. Non rompete il meccanismo naturale di autoregolamentazione che funziona perfettamente nei bambini piccoli. Questa capacità è innata e si nota soprattutto durante l’allattamento al seno.

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Parliamo di questo ed altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere” – SCOPRI DI PIÙ 

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Divisione della responsabilità

Copertine post ITA (6)

Divisione della responsabilità

Siamo abituati ad essere responsabili dei nostri figli: il loro sviluppo, la salute, l’educazione, l’istruzione, l’alimentazione…

Ma spesso ci rendiamo conto che non siamo in grado di influenzare determinate situazioni, ad esempio, la nutrizione. Sento spesso dalle madri: “Non riesco a nutrire mio figlio con niente”.

E se non lo nutrissimo? Se lasciassimo andare la situazione? Se condividessimo la responsabilità della nutrizione con nostro figlio?

Questo principio è stato proposto da Ellyn Satter e si basa sul fatto che non possiamo controllare l’intero processo di nutrizione di un bambino. Per questo ci propone di dividere la responsabilità tra genitori e figli, nel seguente modo.

Il genitore decide:

1️⃣cosa mettere in tavola (che sia un pasto equilibrato)

2️⃣quando si svolgeranno (impostare gli orari dei pasti)

3️⃣dove si terranno (in luogo comodo e piacevole)

Questo è tutto🤷‍♀️. Una volta completati questi 3 passaggi, la vostra responsabilità nella  nutrizione di vostro figlio è TERMINATA. Rilassatevi e godetevi il vostro pasto. Pensate al vostro piatto e lasciate stare il bambino. Ricordate che spesso insistere troppo è peggio che lasciar andare 😉.

Il bambino decide:

1️⃣cosa mangerà della vostra proposta

2️⃣quanto e se mangerà

Notate che non è il genitore a decidere la quantità, ma il bambino? Questa è la sua area di responsabilità.

L’approccio funziona a lungo termine. Non sarà sufficiente farlo una volta, quindi se non otterrete il risultato desiderato subito, non ripiegate su “questo non funziona con mio figlio, mangia solo con i cartoni”. È un lungo cammino che richiede ai genitori fiducia e rispetto incondizionati per i propri figli. Questo è il percorso attraverso il quale potrà crescere un “mangiatore” competente e senza disturbi alimentari.

Ecco che ora voleranno le imprecazioni 🙈 e le obiezioni: “e se non mangia niente, deve rimanere affamato?!”

Nessun bambino sano che ha accesso regolare al cibo può soffrire la fame. Inoltre, quando un bambino sente di avere una scelta, mangia con più entusiasmo.

Affrontiamo questo e altri aspetti dell’inizio dello svezzamento nel corso “SVEZZAMENTO E AUTOSVEZZAMENTO CON PIACERE” – Scopri di più

 

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Mangiare davanti ai cartoni

Copertine post ITA (5)

Mangiare davanti ai cartoni

Il bambino non mangia nulla. La soluzione migliore di nonne e amici più “esperti” è di accendere i cartoni animati ed imboccarlo.

Ci avete provato almeno una volta? Quando accendete il video del coccodrillo, il bambino apre la bocca, gli date la porzione desiderata…e da allora non può più mangiare diversamente: se non accendete lo schermo, piange e fa i capricci.

Cosa c’è di sbagliato in questo?

⛔️Il bambino davanti allo schermo è quasi sotto ipnosi. Non si accorge di cosa sta mangiando, non scopre i cibi e i sapori, ma semplicemente gli state riempiendo lo stomaco. È dovuto al fatto che il cervello di un bambino è in grado di concentrarsi su una cosa sola alla volta: se guarda la TV, non si rende conto, che mangia.

⛔️Il bambino mangia molto più del necessario proprio perché non ha la consapevolezza del processo, non è sintonizzato a ricevere i segnali di sazietà dal proprio corpo. Ciò, in futuro, può portare a obesità e disturbi alimentari.

⛔️Il bambino non controlla l’azione del mangiare, cos’ì il rischio di soffocamento aumenta notevolmente.

Come smettere?

Deciderlo e smettere!😉

❗I bambini non sanno cosa è giusto e cosa no. Siamo noi che stabiliamo gli standard per loro.

✅ Avvisatelo in anticipo, spiegandogli che non guarderà più i cartoni animati mentre mangia. Questa è la nuova regola.

✅ Invitate il bambino a guardarli prima del pasto, per esempio, e non usatelo come ricompensa per aver mangiato.

Non usate frasi tipo: “Mangia la pasta e poi puoi guardare i cartoni”. Questo meccanismo di scambio porterà il bambino a mangiare solo per ottenere ciò che vuole. Il nostro scopo, invece, è insegnare ai bambini a mangiare perchè lo vogliono, con consapevolezza.

✅ Lasciate che il bambino mangi da solo. Per loro, questa è un’avventura senza fine che li terrà impegnati.

✅ Create un’atmosfera tale che a tavola il bambino sia interessato anche senza schermi. Discutete se i broccoli sono saporiti o se il pollo ha un buon profumo, per esempio.

Se siete fermi e fiduciosi delle vostre intenzioni, il bambino accetterà rapidamente le nuove regole.

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Mastica e sputa

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Mastica e poi sputa

Il bambino afferra il cibo, lo mette in bocca, lo mastica e poi… lo sputa.

Perché succede?

E’ normale! A noi sembra facile mangiare il cibo in pezzi, ma per un bambino che ha appena iniziato ad assaggiare i cibi solidi, è un nuovo compito: coordinare i movimenti di lingua, mascella, labbra e guance, deglutire al momento giusto…è un processo complesso e macchinoso…e richiede tempo.

Perché mastica e sputa?

1️⃣Non ha ancora capito come deglutire

2️⃣Ha imparato a sputare e vuole praticare questa abilità

3️⃣Si è imbattuto in una consistenza nuova e complessa, che non riesce a gestire

4️⃣Sputa per vedere che aspetto ha il cibo masticato

5️⃣Non ha fame

6️⃣Non ha ancora chiari i confini della sua bocca

Cosa fare quindi?

1️⃣Lasciatelo fare. Non sgridatelo, è un processo di apprendimento ed è naturale. Non mostrate segni di disgusto se cerca di rimettersi in bocca ciò che ha sputato: anche questo è normale.

2️⃣Mostrate con l’esempio e parlate. Sembra banale, ma funziona sempre. “Guarda come mastico e ingoio questo pezzo di pasta, andrà subito qui, nello stomaco!” e mostrate la bocca vuota e indicate lo stomaco dov’è finito il cibo.

3️⃣ Parlate al bambino di ciò che ha sputato “guarda come sei bravo a masticare, ora prova a deglutire” oppure “Vedo che non riesci ad ingoiare, prova a masticare ancora un pò”.

4️⃣Se notate che il bambino sputa un alimento in particolare, adattatelo, fatelo più morbido o più piccolo.

5️⃣Spostate l’attenzione del bambino su altro: offritegli un sorso d’acqua o mettete nel piatto un altro alimento.

6️⃣Cambiate l’orario dei pasti, affinché abbia tempo di avere fame.

7️⃣Aiutate il bambino ad esplorare i confini della sua bocca: massaggiate le sue gengive, la lingua, le guance. Giocate con uno spazzolino (senza dentifricio) così la lingua si rafforza muovendosi da una parte all’altra.

Quanto dura? Di norma, entro i 10 mesi passa, ma tutti i bambini sono diversi e il tempo può variare.

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E’ davvero interessato al cibo?

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E' davvero interessato al cibo?

Spesso mi scrivete “mio figlio ha 4 mesi ed ha un vivo interesse per il cibo, come devo iniziare ad introdurre gli alimenti complementari?”. Mamme, spesso confondiamo l’interesse per il cibo con la naturale curiosità.

Succede che il bambino segua attivamente con gli occhi la madre che mangia o muove le labbra quando lei mastica. Questo NON è ancora interesse per il cibo.

Quando cerca di raggiungere la forchetta della mamma mentre lei raccoglie la pasta, può NON essere interesse per il cibo.

Come riconoscere il vero interesse allora?

Se il bambino è interessato a ciò che state mangiando, offritegli un cucchiaio, un bicchiere o un piatto di plastica, tutto ciò che può vedere sul tavolo durante i vostri pasti. Se questo soddisfa la sua curiosità e lo calma, allora questo NON è interesse per il cibo.

Quando un bambino rifiuta decisamente tutto e chiede insistentemente cibo, questo è vero interesse e compare, di solito, intorno ai 6 mesi.

E se non arriva? Se il bambino non reagisce in alcun modo al cibo?

Il modo più efficace per stimolare l’interesse per il cibo è mangiare con bambini ed essere sicuri che abbiano nel piatto ciò che mangiamo noi (adattato alle loro esigenze). I bambini imparano imitando noi adulti.

Non distraete il bambino durante il pasto con giocattoli, TV, telefoni e altri gadget. Il bambino dovrebbe concentrarsi solo sul cibo che vede davanti a sé. Per lui, il processo di studio degli alimenti è già un gioco divertente.

Servite il cibo in modo accattivante (da non confondere con “fare forme o faccine con esso”). Il cibo deve avere un aspetto tale da essere invitante.

Servitelo in diversi colori (regola dell’arcobaleno). Attira l’attenzione e fa venire voglia di provare.

Lasciate che vostro figlio mangi da solo. Quando tocca e gioca con il cibo, è più probabile che lo metta in bocca. Poter giocare con il cibo è un modo per sviluppare la fiducia in esso.

Non aspettatevi nulla dal bambino, non forzatelo, non insistete. Quanto più libero si sente a tavola, tanto più vi si siederà con entusiasmo e proverà qualcosa.

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Qual’è la porzione giusta?

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Qual'è la porzione giusta?

Quanto cibo solido dovrebbe mangiare un bambino di 6 mesi? e di 8? e di 10?

Attenzione: il bambino non DEVE fare nulla di prestabilito. Non DEVE mangiare 100 grammi di omogeneizzato o 50 gr di pastina ad ogni pasto, scritti nello schemino del pediatra. Questa pratica di far mangiare una quantità prestabilita a tutti i costi fa parte di un metodo obsoleto, finalizzato alla transizione più rapida del bambino dall’alimentazione con il latte, verso il cibo solido.

Ora sappiamo per certo che l’alimentazione con il latte deve essere la base dell’alimentazione di un bambino nel primo anno di vita. Gli alimenti complementari, nella fase iniziale, hanno come fine la scoperta del cibo solido, il bambino non deve saziarsi in questa fase iniziale, ma imparare a riconoscere sapori e consistenze diverse, imparare a gestirli.

L’unico a sapere di quanto cibo ha bisogno in quel momento è il bambino stesso. Nello stesso modo in cui ci indicava che era pieno durante l’allattamento o non finiva l’intero biberon di latte in formula, saprà capire, come allora, quando è sazio.

I bambini non sanno ancora quanto “dovrebbero” mangiare, quindi mangiano esattamente ciò che richiede il loro corpo. Mangiano e si fermano. Sanno come interpretare la fame e sazietà, se noi adulti non interferiamo con loro e non rompiamo questo meccanismo impeccabile.

Un bambino non deve mangiare una porzione fissa ad ogni pasto ogni giorno. Un giorno può mangiare molto e il giorno dopo può solo giocare con il cibo. Questo va bene, l’appetito è variabile.

Se siete preoccupati che il vostro bambino non mangi abbastanza, create un diario alimentare e annotate tutto ciò che mangia durante la settimana. Vedrete che non mangia così poco come sembra. Un diario alimentare vi aiuterà anche a valutare quanto è varia la dieta del bambino e se qualcosa deve essere aggiustato.

La dimensione dello stomaco di un bambino di quest’età è approssimativamente uguale a…il suo pugno. Sì, quel pugnetto minuscolo, così quando vi sembra che abbia mangiato poco pensateci, perché di solito ha mangiato abbastanza.

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Non ancora

Copertine post ITA (7)

Non ancora

(riguarda i bambini sopra i 2 anni di età).

Ora, entriamo nel cuore della questione.

Il vostro bambino assaggia qualcosa, fa una faccia disgustata e dice: “Non mi piace”. Voi gli risponderete allegramente: “Non ti piace ANCORA? Va bene, riproverai la prossima volta e magari ti piacerà.”

Oppure gli offrite una mela e lui vi risponde: “Non mi piacciono le mele”. A ciò risponderete con calma: “Sì, le mele non ti piacciono ANCORA, ma i gusti cambiano e probabilmente domani le amerai”.

Aggiungete “NON ANCORA” ogni volta che il bambino dice che qualcosa non gli piace.

Qual’è il significato di “NON ANCORA”?

Ciò dà al bambino il diritto di cambiare idea, lascia la porta aperta, gli permette di innamorarsi del prodotto già dalla prossima volta e di non sentirsi a disagio, perché ieri ha detto che non gli piaceva.

Gli dà la libertà di cambiare idea e questo è tutto ciò di cui ha bisogno: non costringerlo a mangiare qualcosa in quel momento, ma dargli il diritto di scegliere consapevolmente gli alimenti, rifiutare con coraggio ciò che non vuole e chiedere senza esitazione una doppia porzione di ciò che gli è piaciuto.

Vogliamo crescere un “mangiatore” fiducioso e sereno e la frase “NON ANCORA” è uno dei modi per raggiungere questo obiettivo.

Potete anche dirlo ai bambini, fin dall’inizio dell’introduzione degli alimenti complementari, quando si rifiutano di mangiare qualcosa. “NON ANCORA” funziona assolutamente a qualsiasi età😉 e funziona anche con i genitori. Ripetetelo nella vostra mente, ogni volta che vi sentite sopraffatti dal rifiuto, così da convincervi che è solo una questione di tempo😉.

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Perchè grandi e bambini sono attratti dai dolci?

Copertine post ITA (4)

Perchè grandi e bambini sono attratti dai dolci?

“Mamma posso mangiare l’ovetto, papà voglio il gelato…” A chi di voi non vengono fatte queste richieste?

La voglia frequente di dolci può avere diverse origini:

1️⃣ Pasti irregolari. Il bambino non fa pasti regolari, le pause tra un pasto e l’altro sono lunghe e spesso prova una forte sensazione di fame. Quando siamo molto affamati, cerchiamo sempre una fonte di energia istantanea e lo zucchero è una di queste.

La soluzione è rendere i pasti regolari e non arrivare ad avere troppa fame.

2️⃣ Un’alimentazione di scarsa qualità, in particolare con assenza di carboidrati complessi nella dieta, che ci danno energia e rilasciano lentamente glucosio nel sangue. Questo ci aiuta a non desiderare i dolci per diverso tempo.

La soluzione è mangiare più cereali: riso, orzo, farro, pasta, pane integrale, etc.

3️⃣ Mancanza di sonno adeguato. La ricerca mostra che la regolare mancanza di sonno ci spinge a desiderare cibi salati e zuccherati. Il corpo cerca di ottenere l’energia necessaria.

La soluzione, banale, è dormire a sufficienza. Assicuratevi che vostro figlio dorma le ore necessarie, adeguate alla sua età.

4️⃣ Stress. Durante i periodi stressanti, il corpo produce un ormone chiamato cortisolo, che influenza l’aumento del desiderio di cibi zuccherati e ricchi di grassi.

La soluzione è cercare di ridurre il più possibile il livello di stress, eliminando le fonti di preoccupazione e i problemi che tarbano il bambino.

5️⃣ Abitudine. Spesso si tratta di una routine del mangiare dolci in certi momenti della giornata. Qui non si tratta di un desiderio, ma solo di un’abitudine.

La soluzione qui è rimpiazzare un’abitudine con un’altra azione. Il cervello, così, rimpiazzerà la vecchia. Ad esempio, mangiare frutta o bere qualcosa di salutare.

6️⃣Gli è stato insegnato così. Il dolce è una strategia per affrontare determinate situazioni. Ad esempio: il bambino piange, gli offriamo una caramella per calmarlo.

La soluzione è sostituire il cibo con altri metodi per affrontare queste situazioni. Ad esempio, “sei triste, vieni, che ti abbraccio forte”.

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