Insegnare a masticare in svezzamento

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insegnare a masticare in svezzamento

PERCHÉ IL GIRELLO NON ANDREBBE UTILIZZATO?

❓Perché e come educarli a masticare?

❗Vi ricordo che il passaggio dai cibi frullati ai cibi in pezzi dovrebbe avvenire intorno agli 8 mesi (se non siete partiti subito a 6 mesi).

Noi, in qualità di adulti responsabili, abbiamo il compito di aiutare e guidare il bambino nell’acquisizione delle competenze di cui hai bisogno.

Se frullare il cibo può essere comodo e funzionale all’inizio e continuiamo a farlo fino a 10, 12 mesi, addirittura fino a 2 anni, impediamo al bambino di acquisire le giuste competenze necessarie per crescere.

Per questo motivo dobbiamo essere noi ad educarli e ad insegnarli a masticare, come?

✅Innanzitutto proponendogli cibo che può essere masticato, perché il cibo frullato non dà questo stimolo, non invita a masticare

✅Mangiamo insieme ai bambini, mastichiamo davanti a loro attivamente, “guarda come fa la mamma, guarda come fa papà” facciamolo vistosamente.

❗Attenzione a tenere la bocca chiusa quando masticate davanti al bambino, perché se la teniamo aperta, impareranno che sia quella la via giusta e inizieranno a masticare così, con il cibo che fuoriesce.

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ho paura che non cresca se non mangia

ho paura che il bambino non cresca

NON MANGIA ABBASTANZA...IMPARIAMO A FIDARCI DEI NOSTRI BAMBINI!

So perché fate mangiare i vostri figli davanti ai cartoni o fate di tutto per intrattenerli, non perché così mangi meglio e non è perché senza si rifiuta di mangiare, è perché voi avete paura che altrimenti non mangi abbastanza.

Vi hanno messo in testa che, se non finisce tutto il piatto, non crescerà sano e forte.

E se vi dicessi che non è così? E se vi dicessi che ogni bambino ha la capacità di autoregolarsi e mangia esattamente la quantità di cui ha bisogno il suo corpo in quel preciso momento?

Il nostro compito non è farli finire tutto il piatto, ma insegnarli ad avere un rapporto sano con il cibo, non interferendo con il loro meccanismo naturale di autoregolazione, insegnandogli a sentire i segnali del proprio corpo.

❗Vi invito a rifletterci su e lasciar fare i vostri figli, fidandovi un po’ di loro.

✅Provateci, lasciateli fare, lasciateli mangiare esattamente la quantità che desiderano e fategli anche lasciare il piatto mezzo pieno.

Se avete bisogno di un aiuto per imparare a fidarvi del vostro bambino, vi aspetto al nostro corso “Svezzamento e autosvezzamento con piacere”, sicuramente vi darà tanti nuovi strumenti utili.

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Cos’è la neofobia alimentare?

neofobia alimentare

NEOFOBIA ALIMENTARE, COS'È E COME COMPORTARSI

Ecco una domanda ricorrente: “bimbo di 18/24 mesi che prima mangiava tutto, inizia a rifiutare anche gli alimenti che prima mangiava volentieri. cosa succede e cosa fare?”

Capisco quanto possa essere stressante quando i bambini smettono di mangiare, ma nella maggior parte dei casi è una fase del tutto naturale e fisiologica, chiamata neofobia alimentare. Di solito si risolve con il tempo, se gestita in modo corretto. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarvi:

✅️Calma e pazienza: Ricordate che a questa età è normale che i bambini siano un po’ diffidenti verso cibi nuovi. Non fatevi prendere dal panico e mantenete la calma durante i pasti. Il clima sereno è il 50% del successo.

✅️Presentazione graduale: Inserite nuovi cibi gradualmente, magari presentandoli accanto a quelli che già conoscono e gradiscono. E’ una buona regola mettere in tavola sempre almeno un alimento che al bambino sicuramente piace.

✅️Coinvolgimento: Coinvolgete i bambini nel processo di preparazione dei piatti. Far parte della preparazione può rendere i nuovi alimenti meno spaventosi e più interessanti per loro.

✅️Modello positivo: Mostrate entusiasmo e una mentalità aperta verso i nuovi alimenti. I bambini spesso imparano dai comportamenti dei genitori, quindi se vi vedranno mangiare con gusto qualcosa di nuovo, potrebbero essere più inclini ad assaggiare.

✅️Non forzate: Evitate di costringerli a mangiare cibi che non vogliono. Forzare potrebbe aumentare la loro avversione verso quel cibo specifico o addirittura verso il pasto in generale.

✅️Non offrite alternative: Una volta che a tavola c’è tutto ciò che pensavate di offrire, la cucina è chiusa. Davanti al rifiuto del bambino non proponete cibi alternativi. Accogliete il rifiuto con serenità e normalità. Dite: “se non lo vuoi, puoi non mangiarlo” e invitatelo a scegliere tra gli alimenti a tavola, qualcosa che gli possa piacere. Se non vuole nulla, va bene così. Magari offrirete la merenda un pò prima del solito se proprio non ha mangiato nulla.

Siate pazienti con voi stessi e con i vostri figli mentre lavorate insieme per superare questa fase.

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Non chiamatela pappa, usiamo le parole giuste

non chiamatela pappa

NON CHIAMATELA PAPPA, USIAMO LE PAROLE GIUSTE.

👌🏻Invece di dire “è pronta la pappa”, perchè non dire “è pronto il pranzo”, “è pronta la cena”?

👌🏻Invece di dire “buona la pappa!”, provate a dire “questa pasta al ragù di lenticchie è davvero buona” o “il salmone è davvero morbido e le zucchine sono dolcissime”.

👌🏻Invece di dire “dai, mangia ancora un pò di pappa”, prova con “hai visto che c’è anche il broccolo nel piatto, ti va di assaggiarlo?”

👶🏻Il momento del pasto è un momento di condivisione e anche di apprendimento.

✅Dando un nome a ogni pasto e ad ogni alimento arricchiamo l’esperienza e il linguaggio dei nostri figli, dandogli sempre più strumenti per comunicare con noi.

❤️Poche parole che fanno la differenza.

❗Attenzione: questo post non vuole giudicare le mamme che utilizzano la parola “pappa” e nemmeno sta dicendo che questa parola non può essere utilizzata.

✅Vi sta invitando a vedere la comunicazione quotidiana con i vostri figli da un’altra prospettiva.

Cosa ne pensate?

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Obesità e svezzamento

obesità e svezzamento

OBESITÀ E SVEZZAMENTO, COME PREVENIRLA?

Secondo un analisi pubblicata di recente sull’autorevole rivista scientifica The Lancet, basata sui dati del 2022, nel Mondo ci sono 159 milioni di bambini e adolescenti e 879 milioni di adulti obesi e i numeri sono in costante aumento…Sono dati sconvolgenti, stiamo parlando di oltre un miliardo di persone, una su 7!

Noi adulti abbiamo la responsabilità di prevenire questa malattia, a partire già dallo svezzamento…come?

❗Evitando di forzare i nostri bambini a mangiare

Evitando schermi o altre distrazioni durante i pasti

Rispettando ed imparando a fidarci della loro capacità di autoregolarsi

Lasciandoli liberi di fermarsi quando vogliono

Perché l’ansia che “non mangi abbastanza” è sbagliata?

Innanzitutto perché il rischio di denutrizione è inesistente, qualsiasi bambino che abbia accesso al cibo è perfettamente in grado di autoregolarsi e soprattutto perché questi atteggiamenti errati, a lungo andare, vanno a rovinare il rapporto con il cibo, portando, appunto, anche all’obesità.

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Su questo blog, su Instagram e nel corso “SVEZZAMENTO E AUTOSVEZZAMENTO CON PIACERE” troverete tutti gli strumenti per affrontare lo svezzamento correttamente evitando atteggiamenti errati, che possono rovinare il futuro rapporto con il cibo dei bambini.

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Anche così va bene!

così va bene

ANCHE COSÌ VA BENE!

Ricordo lo svezzamento del mio primo figlio: compravo verdura biologica solo per lui, la carne speciale, il pesce pescato… tanti soldi e tanta fatica per poi vedere queste cose finire nella spazzatura, perchè lui non ne voleva sapere.

Con la seconda figlia siamo partiti subito con l’autosvezzamento e con quello che mangiava la famiglia, ma comunque cercavo delle ricette speciali e piatti elaborati.

Mi ricordo la frustrazione infinita con il primo figlio che non mangiava e la stanchezza immensa con la seconda perché dovevo essere “all’altezza delle sue esigenze”.

Cari genitori, tutto questo non serve! Non siete obbligati a comprare il biologico “per il bambino” o spendere il doppio per del cibo “per bambini”.

Non siete neanche tenuti a cucinare ad ogni pasto qualcosa di elaborato. Rilassatevi, non è una gara di alta cucina. Vanno benissimo piatti semplici, quello che mangiate di solito.

Va anche bene non cucinare proprio qualche volta e proporre ciò che avete già nel frigo. Se non cucinate un pasto fresco fatto di ingredienti attentamente selezionati ogni volta, non diventate dei pessimi genitori, nessuno vi giudicherà o metterà un voto basso in genitorialità.

Va bene così. Qualche volta metterete in tavola un piatto più elaborato e altre affetterete una mozzarella, del pane e un pomodoro. L’importante è che vi farà stare sereni ed eviterà ansia e sensi di colpa.

Ricordatevi sempre, che lo spirito con cui ci sediamo a tavola e l’atmosfera che si crea durante i pasti è fondamentale. Una mamma serena, rilassata, priva di sensi di colpa è una mamma che può dare tanto al proprio figlio, molto più di una pietanza super elaborata e faticosa da cucinare.

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Perchè mio figlio lancia il cibo?

perchè lancia il cibo

PERCHÉ MIO FIGLIO LANCIA IL CIBO?

È difficile accettare che il bambino non mangi tutto e che qualcosa venga gettato “al vento”.

Come comportarsi?

📌 Non reagire. I bambini spesso compiono azioni solo per generare la reazione dei genitori. Più intensa è la reazione (risate, irritazione), più spesso la ripeteranno. Nessuna reazione > nessuna azione.

📌Potrebbe essere anche il contrario: il bambino riceve poche attenzioni e cerca di attirare ad ogni costo. Lanciare il cibo funziona alla grande. Trascorrere più tempo con lui fuori dai pasti è un modo per non dover lottare per la vostra attenzione durante i pasti.

📌Lanciare oggetti e guardarli cadere è una fase del loro sviluppo. È così che studiano il mondo: lo lanciano e guardano come cade, come si appiattisce sul pavimento, che rumore fa, etc. Passerà. Potete dire a vostro figlio che il cibo sta sul tavolo e si può lanciare una pallina, per esempio.

📌 Potrebbe lanciare il cibo, perché non lo vuole e non sa dove metterlo. Dategli un piatto per gli scarti e spiegategli di mettere ciò che non vuole, lì.

📌 Evitate frasi con “non”. È meglio dire cosa “dovrebbe” fare, piuttosto che cosa “non dovrebbe”. Questo rende più facile capire cosa ci si aspetta da lui. Invece di dire “non buttarlo”, provate con “mettilo qui se non lo vuoi”.

📌 È sazio. Se non sa ancora parlare, pronunciate una “parola in codice” che indicherà la fine del pasto. Il termine breve e conciso “basta”, inteso anche come “abbastanza”, è facile da capire. Quando Caterina ha iniziato a lanciare il cibo, abbiamo detto “basta” e poi sparecchiato. Ha capito subito il significato della parola e presto ha iniziato a pronunciarla, invece di lanciare i broccoli per terra.

📌 Anticipatelo: se il bambino sta agitando il pugno con il cibo, intercettatelo con dolcezza e dirigetelo verso il piatto degli scarti. Successivamente spiegate di nuovo cosa fare con il cibo che non vuole più.

‼️Parola d’ordine: serenità. Comunicate sempre in modo gentile e sereno, così che le vostre azioni non vengano percepite come aggressioni o punizioni.

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Abituare al cucchiaino prima dei 6 mesi

abituare al cucchiaino

ABITUARE AL CUCCHIAINO PRIMA DEI 6 MESI SI PUÒ?

Confessate, quante volte avete sentito il consiglio: “Inizia a dare la purea di frutta dai 4 mesi per abituare il bambino al cucchiaio”? Sono sicura, molte volte!

Vediamo, perché questo consiglio non è da seguire.

1️⃣La purea di frutta è già un alimento complementare. Qualsiasi alimento o bevanda diversa dal latte materno o in formula, è considerato un alimento complementare. Quindi, cercando di “abituare” il bambino al cucchiaio, iniziamo prematuramente l’introduzione degli alimenti complementari (svezzamento). Tutte le organizzazioni autorevoli, però, concordano sul fatto che ciò dovrebbe avvenire a circa 6 mesi e in presenza di tutti i requisiti (c’è un articolo su questo, scorrete la bacheca).

2️⃣ È impossibile “abituare il bambino al cucchiaino” in senso classico. Di solito questa frase significa “far smettere al bambino di rifiutare il cucchiaio e sputare il contenuto”. Ma il responsabile di questo è il riflesso di estrusione, è automatico, quando tocchiamo le labbra del bambino, lui tira fuori la lingua e spinge fuori tutto ciò che ha in bocca. Questo riflesso svanisce intorno ai 5-6 mesi. Non possiamo “addestrarlo” in alcun modo, scomparirà in modo naturale. Non ha senso, in questo contesto, “abituare” il bambino al cucchiaio. Il bambino continuerà a sputare il suo contenuto fino a quando il riflesso non svanirà.

Come si può allenarsi per l’uso del cucchiaino?

✅️ Permettere al bambino di giocarci fuori dei pasti, prima dell’inizio dello svezzamento (ne ho parlato in un articolo precedente). Questo, non solo lo introduce all’argomento, ma lo aiuta ad imparare come portare il cucchiaio alla bocca prima dell’inizio dei pasti. Imparerà anche a capire dov’è la sua bocca.

✅️Praticare pasti condivisi regolari: il bambino vede come gli adulti usano le posate, mostra curiosità, sviluppa il desiderio di imitarli.

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Come prepararsi allo svezzamento

come prepararsi allo svezzamento

COME PREPARARE IL BAMBINO ALLO SVEZZAMENTO?

Chi di voi non si è chiesto almeno una volta, se esiste un modo per “preparare” il bambino all’introduzione dei cibi complementari, così da rendere lo svezzamento un momento sereno e felice per tutta la famiglia? Ebbene ne esistono diversi!

1️⃣Praticare il “tummy time” quotidianamente, fin dai primi giorni di vita. Cominciate col mettere il bimbo a pancia in giù sul vostro petto, poi, magari, sul fasciatoio durante il cambio del pannolino. All’inizio basteranno pochi minuti, che diventeranno sempre di più durante la crescita. Lo stare a pancia in giù favorisce lo sviluppo e il rafforzamento dei muscoli, che in seguito permetteranno al bambino di stare seduto in autonomia e nutrirsi in sicurezza

2️⃣Portare regolarmente il bimbo a tavola con voi durante i pasti a partire dai 3 mesi. Ciò aiuta il bambino a vedere il pasto come una routine quotidiana, aiuta a capire come interagire con il cibo e le posate, e stimola l’interesse per il cibo.

3️⃣Portare il bimbo in cucina anche durante la preparazione dei piatti. Anche questo permette di osservare gli alimenti al di fuori dai pasti e stimolare l’interesse per essi.

4️⃣Permettere (stimolandolo) al bambino di portare degli oggetti alla bocca (sempre in sicurezza). Questo stimola la coordinazione “occhio-mano-bocca” e fa comprendere la posizione della bocca sul viso, agevolando l’inizio del divezzamento.

5️⃣Lasciare che il bambino giochi con posate, bicchieri e piatti, fuori dai pasti, ancora prima dell’inizio dell’introduzione dei cibi complementari. In questo modo familiarizzerà con essi e perderà l’interesse verso questi oggetti e non rovescerà il piatto a tavola. Sarà infatti più interessato dai diversi alimenti e non dalle stoviglie, durante lo svezzamento.

6️⃣Mettere il bambino seduto (semiseduto) nel suo seggiolone ancora prima dell’inizio del divezzamento. In questo modo imparerà a conoscerlo e si abituerà alla nuova postazione prima di iniziare il suo nuovo percorso, rendendo i pasti più sereni e meno stressanti per lui.

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Sostituire le poppate: come e quando?

sostituire le poppate

SOSTITUIRE LE POPPATE: COME E QUANDO?

Lo svezzamento e l’allattamento sono due processi paralleli, che coesistono e non interferiscono tra loro.

Non bisogna cercare di sostituire l’allattamento con gli alimenti complementari, soprattutto nella fase iniziale.
Il nostro obiettivo non è quello di far saziare il bambino con i solidi, ma di permettergli di scoprire e sperimentare nuove consistenze, gusti, forme, odori e temperature.

Fino ad 1 anno, il latte rimane la base dell’alimentazione di un bambino. Per citare l’OMS: “Il latte materno è un’importante fonte di energia e nutrienti per i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi. Può fornire metà o più del fabbisogno energetico di un bambino di età compresa tra 6 e 12 mesi”.

Pertanto, la sostituzione categorica dell’allattamento con gli alimenti complementari dovrebbe avvenire dopo 1 anno.

Nei primi mesi dello svezzamento, se i genitori notano che il bambino rifiuta le poppate a favore dei pasti, ha senso limitare la quantità di questi ultimi, per favorire le poppate.

Come avviene la sostituzione delle poppate con i cibi complementari?

In modo graduale e no, non possiamo controllare questo processo, il bambino lo farà da solo. Ogni giorno mangerà più cibi solidi, riducendo la frequenza e/o la durata delle poppate.
Per ogni bambino ciò accade nel momento appropriato.

È una buona regola, fino ad 1 anno di vita, offrire il latte sia 30-40 minuti prima del pasto solido, sia subito dopo.

Lo facciamo perché il bambino a 6 mesi non sa che gli alimenti complementari possono saziarlo. L’unico modo che conosce per soddisfare la fame è l’allattamento. Mangiare del cibo per lui è un curioso rito che mamma e papà ripetono ogni giorno. Inizia quindi a mangiare i solidi per curiosità e non per fame.

Un bambino, nella fase iniziale dello svezzamento, non dovrebbe mai sedersi a tavola affamato, perché sarebbe nervoso e vorrebbe mangiare e per lui vale a dire latte materno o artificiale. Col tempo, quando capirà che anche il cibo dà sazietà, lui stesso inizierà a rifiutare le poppate prima dei pasti.

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