Come offrire l’acqua

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Copertine post ITA (5)

Come offrire l'acqua al bambino?

Spesso ricevo domande su come è meglio offrire l’acqua al bambino e cosa utilizzare.

La verità è che ci vuole esattamente lo stesso tempo per insegnare a un bambino a bere l’acqua da un bicchiere classico, che da uno “per bambini”!🤷‍♀️. Allora perché perdere tempo inutilmente?

Puoi iniziare subito con un bicchiere o con una tazza!

‼️Attenzione però ai bicchieri in vetro molto sottile, il bambino potrebbe cercare di morderli, rischiando di farsi male.

E come insegnargli ad utilizzarli?

✅️Prendete in mano un bicchiere o una tazzina (tipo da caffè) piccoli e leggeri. Sarà facile impugnarli, per le sue mani piccole e ancora poco abili.

✅️ Versare poca acqua alla volta in modo da non dover asciugare intere pozzanghere quando il bambino versa l’acqua per terra (questo accadrà ed è normale).

✅️ Non aspettatevi che il vostro bambino si precipiti immediatamente a bere alla vista di un bicchiere. Avrà bisogno che gli venga mostrato e spiegato come utilizzare questo nuovo oggetto nella sua vita.

✅️ Date un esempio personale: bevete spesso da un bicchiere davanti a lui, sarà felice di imitarvi.

✅️ Per le prime volte aiutate il bambino a portare il bicchiere alla bocca, descrivete ad alta voce quando aprire la bocca, toccare il bicchiere con le labbra e quando alzarlo un po’ in modo che l’acqua scenda. È importante che il bambino segua e ascolti l’intero processo.

✅️Siate pazienti. L’acqua cadrà sul bambino, sul pavimento e sulla sedia. La buona notizia è che questi inconvenienti sono temporanei! 😉

Prima iniziate e prima imparerà.

Fuori casa, potete prendere una normale bottiglia d’acqua in formato per bambini (quella con il beccuccio duro e stretto). Questa opzione sarà la più comoda e pratica.

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Perchè grandi e bambini sono attratti dai dolci?

Copertine post ITA (4)

Perchè grandi e bambini sono attratti dai dolci?

“Mamma posso mangiare l’ovetto, papà voglio il gelato…” A chi di voi non vengono fatte queste richieste?

La voglia frequente di dolci può avere diverse origini:

1️⃣ Pasti irregolari. Il bambino non fa pasti regolari, le pause tra un pasto e l’altro sono lunghe e spesso prova una forte sensazione di fame. Quando siamo molto affamati, cerchiamo sempre una fonte di energia istantanea e lo zucchero è una di queste.

La soluzione è rendere i pasti regolari e non arrivare ad avere troppa fame.

2️⃣ Un’alimentazione di scarsa qualità, in particolare con assenza di carboidrati complessi nella dieta, che ci danno energia e rilasciano lentamente glucosio nel sangue. Questo ci aiuta a non desiderare i dolci per diverso tempo.

La soluzione è mangiare più cereali: riso, orzo, farro, pasta, pane integrale, etc.

3️⃣ Mancanza di sonno adeguato. La ricerca mostra che la regolare mancanza di sonno ci spinge a desiderare cibi salati e zuccherati. Il corpo cerca di ottenere l’energia necessaria.

La soluzione, banale, è dormire a sufficienza. Assicuratevi che vostro figlio dorma le ore necessarie, adeguate alla sua età.

4️⃣ Stress. Durante i periodi stressanti, il corpo produce un ormone chiamato cortisolo, che influenza l’aumento del desiderio di cibi zuccherati e ricchi di grassi.

La soluzione è cercare di ridurre il più possibile il livello di stress, eliminando le fonti di preoccupazione e i problemi che tarbano il bambino.

5️⃣ Abitudine. Spesso si tratta di una routine del mangiare dolci in certi momenti della giornata. Qui non si tratta di un desiderio, ma solo di un’abitudine.

La soluzione qui è rimpiazzare un’abitudine con un’altra azione. Il cervello, così, rimpiazzerà la vecchia. Ad esempio, mangiare frutta o bere qualcosa di salutare.

6️⃣Gli è stato insegnato così. Il dolce è una strategia per affrontare determinate situazioni. Ad esempio: il bambino piange, gli offriamo una caramella per calmarlo.

La soluzione è sostituire il cibo con altri metodi per affrontare queste situazioni. Ad esempio, “sei triste, vieni, che ti abbraccio forte”.

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Quali sono i 14 Allergeni più comuni?

Copertine post ITA (3)

Quali sono i 14 allergeni più comuni?

Questi 14 alimenti sono responsabili del 90% delle allergie alimentari nel mondo:

1 – Cereali contenenti glutine
2 – Soia
3 – Uova
4 – Latte vaccino
5 – Frutta a guscio
6 – Arachidi
7 – Crostacei
8 – Molluschi
9 – Pesce
10 – Lupini
11 – Sesamo
12 – Sedano
13 – Senape
14 – Anidride solforosa

Recenti ricerche in allergologia suggeriscono che tutti gli alimenti in questo elenco vanno introdotti nella dieta del bambino prima dell’età di un anno. Ciò riduce la probabilità di sviluppare allergie alimentari in futuro.

Stiamo attenti però. Introduciamo ciascuno di questi separatamente dagli altri dell’elenco. Iniziamo con piccole quantità. 3/4 assaggi, in giorni diversi, saranno sufficienti per circoscrivere un’allergia.

L’allergia alimentare si manifesta sotto forma di orticaria, meno spesso con angioedema o shock anafilattico. Chi ha parenti stretti con allergie alimentari, deve prestare attenzione e consultare preventivamente un allergologo.

Solitamente i sintomi compaiono entro 2 ore dal contatto con l’alimento e comunque entro le prime 24 ore. Quindi, ad esempio, se la mattina il bambino ha assaggiato le fragole e la sera del giorno dopo ha il sederino rosso, questa non è un’allergia alle fragole 😉.

In parallelo con i prodotti dell’elenco, si può offrire qualsiasi altro alimento. La probabilità di una reazione allergica ai broccoli, ad esempio, è estremamente bassa. Quindi, per intenderci, un giorno si può offrire l’uovo, la banana e dei broccoli. In caso di reazione allergica, il “colpevole” sarà l’uovo al 90%.

Non ha senso evitare l’introduzione di questi alimenti a causa del timore delle allergie. Una reazione potrà comunque verificarsi a qualsiasi età, la somministrazione ritardata non proteggerà il bambino.

La buona notizia è che l’organismo può superare le allergie. Quando si escludono a lungo dalla dieta alimenti che provocano una reazione, il sistema immunitario “dimentica” di aver già reagito in precedenza all’allergene e non reagisce più.

Se riscontrate sintomi da allergia alimentare in un bambino, escludete l’alimento dalla dieta e consultate un allergologo.

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Superare la paura di offrire cibo in pezzi

Copertine post ITA (2)

Come superare la paura di offrire cibo in pezzi

La paura è sempre lì dov’è l’ignoto. Molto probabilmente, avete paura perché non sapete:

1️⃣Riuscirà il bambino a far fronte ai pezzi?
2️⃣Come offrire pezzi in sicurezza?
3️⃣Come riconoscere quando sta soffocando?
4️⃣Come aiutarlo in caso di pericolo?

⁉️ Come non avere paura? Chiarire i dubbi leciti con la conoscenza.

1️⃣Un bambino di 6 mesi, in grado di mantenere la posizione seduta, può mangiare pezzi di cibo morbido offerti in un formato sicuro.

2️⃣ Tutto il cibo deve essere abbastanza morbido da poterlo schiacciare con i vostri polpastrelli. Non offrite nulla di rotondo o a forma di moneta (tali forme devono essere tagliate).

3️⃣È importante capire la differenza tra “il mio bambino sta avendo il gag reflex” e “il mio bambino sta soffocando”.
Il riflesso faringeo o gag reflex, è un meccanismo che protegge le vie respiratorie dall’ingresso di pezzi di cibo. Nei bambini di 6-8 mesi è al centro della lingua, per questo si attiva così spesso. Aiuta ad imparare a masticare e deglutire in sicurezza.
Si manifesta così: il viso diventa rosso per lo sforzo, gli occhi lucidi, la tosse (se il bambino tossisce, le sue vie respiratorie non sono bloccate), il bambino tira fuori la lingua.

Il bambino sta soffocando quando il cibo “elude” il riflesso faringeo e blocca completamente o parzialmente le vie respiratorie. Accade spesso quando il bambino mangia in movimento o distratto, es., davanti ai cartoni, e quando non vengono rispettati i tagli sicuri.
Si manifesta così: occhi sporgenti e sguardo spaventato, nessun suono o un sibilo lieve, la pelle e le labbra diventano blu, il bambino cerca di prendere aria, agita le braccia e afferra la gola.

In breve: se il bambino è rosso e rumoroso, è al sicuro, non interferite; se invece il bambino è silenzioso e ha un colorito bluastro – sta soffocando. Deve essere soccorso con urgenza.

4️⃣ Seguite un corso di primo soccorso e disostruzione (in presenza o online). Esercitatevi su una bambola in modo che le vostre mani sappiano sempre cosa fare quando il vostro cervello è in preda al panico. Controlla le date disponibili in PRESENZA (Abruzzo) e ON-LINE

‼️Potete trovare più informazioni su come servire altri alimenti nella nostra guida completa sui tagli sicuri e la sicurezza a tavola QUI

 

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Come insegnare ad usare le posate

Copertine post ITA (1)

COME INSEGNARE AD USARE LE POSATE

✅️Il modo più efficace è l’esempio personale. Pasti condivisi regolari, lo stesso cibo per tutti, un’atmosfera amichevole a tavola. Tutta la famiglia mangia insieme, il bambino guarda gli adulti e cerca di imitarli.

✅️Assicuratevi che il bambino sia il più coinvolto possibile nel processo: spostate il suo tavolo il più vicino possibile al tavolo da pranzo, oppure fate in modo che il suo piatto si trovi direttamente sul tavolo “dei grandi”.

✅️Riempite il cucchiaio per il bambino e invitatelo a portarlo alla bocca da solo.
Potete usare più cucchiai e offrirne uno pieno dopo che il bambino ha svuotato quello precedente. Così non dovrete togliergli gli strumenti di mano e sarà felice di scambiare con voi i cucchiai: “uno vuoto a me e uno pieno a te”.

✅️Giocate con i cucchiai fuori dai pasti, versando l’acqua da un bicchiere all’altro, per esempio. Un ottimo allenamento motorio.

✅️Per spronarlo potete usare frasi tipo “guarda come fa la mamma, ci riuscirai?” Cioè, non date un comando diretto da ripetere, ma incoraggiare indirettamente all’azione.

✅️Giocate più spesso al gioco “fammi vedere la bocca” in modo che il bambino possa trovare facilmente la sua bocca con la mano nello spazio. Dopotutto, lui non vede dove si trova la bocca sul viso, ha bisogno di agire “a caso” e questo per lui non è così semplice.

Cos’è non fare?

⛔️Mettere le posate nella mano del bambino. Questa è una pressione che può ritorcersi contro.

⛔️Insistere o infastidirsi che il bambino non sappia ancora mangiare con le posate. Tutti i bambini sono diversi, ognuno avrà il proprio ritmo di acquisizione di determinate competenze. Credetemi, non c’è un solo bambino che ad un certo punto non inizi a mangiare con il cucchiaio…anche il vostro può farlo.

⛔️Usare frasi come: “Guarda tuo fratello ci riesce, ma tu no”. Non paragonate mai i vostri figli agli altri. Fa male alla loro autostima.

Dopo l’anno, potrete guidare delicatamente la mano con il cucchiaio alla bocca per mostrargli come fare. Se il bambino resiste a questo, non insistete.

Commenti e risposte QUI

Parliamo di questo e altro nel nostro videocorso “Svezzamento e autosvezzamento con piacere”…vi aspetto 🙂

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Mangiava, poi improvvisamente ha smesso!

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Mangiava, poi improvvisamente ha smesso!

Avete vissuto questo problema?

Il vostro bambino onnivoro, con cui era impossibile non condividere ciò che mangiavate ad ogni pasto, ha improvvisamente smesso di mangiare e ristretto moltissimo la sua dieta? Panico! Cos’è successo?

Restiamo calmi!

1️⃣I bambini mangiano quando il loro corpo ha bisogno di molta energia. Di solito, accade durante un periodo di crescita attiva. I bambini non crescono quando mangiano molto, al contrario: mangiano molto quando crescono attivamente. Quando termina il periodo di crescita attiva, iniziano a mangiare molto meno, perché ora il loro corpo ha bisogno di meno energia. Non sorprendetevi quando il vostro piccolo inizia improvvisamente a mangiare porzioni doppie e non abbattetevi quando riduce le porzioni a un terzo. Va tutto bene.

2️⃣I gusti cambiano. Sì, un bambino può adorare i broccoli per due anni e smettere di amarli nel terzo anno di vita. Ha il diritto di scegliere e decidere. Accettate ciò e continuate a nutrirlo come prima, fornendogli un contatto regolare con più alimenti possibili.

3️⃣Il bambino sta vivendo uno stress: il trasloco, la nascita di un fratellino/sorellina, l’inizio dell’asilo, l’arrivo di qualche parente, un conflitto tra i genitori. Tutto ciò di solito influisce negativamente sull’appetito. Per questo, il bambino mostra di essere a disagio. Risolvete i conflitti, date al bambino il tempo di abituarsi alle nuove realtà della vita, circondatelo di amore.

4️⃣Rifiutandosi di mangiare, il bambino cerca di attirare l’attenzione. Ad esempio, nel caso in cui la madre inizia a lavorare e a trascorrere meno tempo con lui. Solo una cosa aiuterà: trovate il tempo per dare al bambino delle attenzioni di qualità: giocate con lui a ciò che gli piace, coccolatelo, state insieme a lui il più possibile.

5️⃣ Il bambino è malato. Qualsiasi malattia e periodo di recupero riducono l’appetito. Date al vostro piccolo il tempo di riprendersi. Vedrete, non appena il corpo tornerà alla normalità, lui vi sorprenderà e tornerà ai ritmi di prima.

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Biscotti per bambini

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Biscotti per bambini

Cosa c’è dietro ai biscotti “per bambini”.

In tutti i vari marchi, il secondo ingrediente dopo la farina è sempre lo zucchero. Sapevate che, sulle etichette, gli ingredienti sono elencati in ordine di quantità? Cioè, il primo ingrediente è quello più presente nel prodotto e così via in ordine decrescente. Lo zucchero è quasi sempre al secondo posto. Lascio a voi le conclusioni. Giusto per ricordarlo, l’OMS sconsiglia il consumo di zuccheri liberi (aggiunti) per i bambini sotto i due anni di età. La stessa opinione è condivisa da American Dietary Recommendations (che vengono aggiornate e pubblicate ogni 5 anni), dall’NHS e dal CDC.

⚠️ So che mi direte che non tutti i biscotti hanno lo zucchero. Sono d’accordo, non tutti. In alcuni c’è il “succo d’uva concentrato (o di mela)” o uno sciroppo di qualcosa, sempre al secondo posto negli ingredienti. Ragazzi, è sempre zucchero aggiunto! Come promemoria, gli zuccheri aggiunti sono definiti dall’OMS così: “tutti i monosaccaridi e i disaccaridi aggiunti dai produttori a cibi e bevande, così come gli zuccheri naturalmente presenti nel miele, sciroppi, succhi di frutta e concentrati”. Il nostro corpo non ha alcun fabbisogno dietetico di questi zuccheri.

❓Cosa si fa quindi? Non diamo più biscotti?

Non mi piace l’estremismo in nessuna delle sue manifestazioni. Pertanto, non sarò categorica neanche qui. Potete offrire questi biscotti come spuntino “d’emergenza”, qualche volta e in piccole quantità.

Ma per i bambini sotto i 2 anni è sempre meglio preferire prodotti fatti in casa senza zucchero e con l’aggiunta di frutta secca, per esempio.

Cosa c’è di sbagliato nel consumo di zucchero fin dai primi mesi?

🔥I dolci possono portare all’esclusione dalla dieta dei bambini di alimenti più ricchi di sostanze nutritive.

🔥Un consumo eccessivo e regolare può creare preferenze per i cibi zuccherati.

🔥Un consumo eccessivo può portare alle carie.

🔥Gli studi confermano che aumenta il rischio di obesità.

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Il primo piatto…non si scorda mai!

Copertine post ITA (3)

Il primo piatto...non si scorda mai!

Indovinate, qual è la domanda più frequente che mi fate?

Proprio queste! Con cosa cominciare lo svezzamento e che aspetto dovrebbe avere il primo pasto di un bambino che inizia lo svezzamento.

Effettivamente, anche se si sa tutto sulla parte teorica, la pratica è spesso più complicata ed assemblare il suo primo piatto non è così scontato.

La bella notizia è che il piatto giusto è uno solo, ma con centinaia di varianti.

Qui, nel video, ve ne propongo giusto uno, come idea da cui potete prendere spunto.

Ricordatevi sempre che, nel piatto di vostro figlio, non deve mai mancare:

🍜 Una porzione di cereali (riso, pasta, orzo, cous cous, pane, etc)

🍗 Una porzione di proteine (carne, pesce, uovo, latticini, legumi)

🥦 Una porzione di frutta o/e verdura.

Non offrite mai porzioni abbondanti, potrebbero mettere in difficoltà il vostro cucciolo.

Bastano un paio di pezzetti per ogni elemento. Poi, ovviamente, se il vostro bimbo vi fa capire che ne vuole ancora, allora siete liberi di assecondarlo.

Cercate di assemblare il piatto in modo che sia colorato e attraente, ricordate sempre la regola dell’arcobaleno (che prevede l’utilizzo a tavola di frutta e verdura di diversi colori).

Assicuratevi che il formato degli alimenti proposti sia sicuro secondo le regole e tagli sicuri e comodo da mangiare.

Condite le verdure o/e i cereali con un pò d’olio d’oliva, i grassi vegetali, oltre a dare energia, aiutano a prevenire la stitichezza, così tanto comune durante l’introduzione dei cibi complementari.

Come controllare le quantità di macroelementi che assume il bambino? In nessun modo. Il nostro compito è garantirgli l’accesso libero e regolare ad un piatto sano ed equilibrato. Sarà lui/lei a scegliere ad ogni pasto il proprio “equilibrio perfetto”. Ad ogni pasto sarà diverso: un giorno mangerà più riso, un altro, non lo toccherà nemmeno, dando priorità a carne e verdura. E’ del tutto normale.

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Brodo vegetale

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Brodo vegetale

Chi di voi non ha mai sentito parlare del brodo vegetale? Quel “liquido santo” che spesso propongono i pediatri come base per l’inizio dello svezzamento…credo un pò tutti!

Ma serve davvero?

Il primo aspetto da considerare è che esistono vitamine termolabili, che sono poco resistenti al calore e durante una cottura lunga si “rompono”. Più lunga è la cottura, meno queste vitamine resistono. Quali sono? Sono soprattutto quelle del gruppo B, poi le vitamine A e C, la beta-carotene e la vitamina E.

E con cosa prepariamo di solito il brodo vegetale? 

Cosa contiene la ricetta del pediatra, quella uguale per tutte le stagioni e tutte le famiglie?
Vediamo: zucchina, carota e patata…proprio quelle verdure ricche di vitamine termolabili!

Cosa significa quindi? Che la lunga cottura del brodo (ricordo che il pediatra di mio figlio Giorgio mi consigliò di cuocere il brodo fino a quando non fosse evaporato un terzo dell’acqua) distrugge le vitamine che dovrebbero essere assunte dal bambino con la pappa a cui aggiungiamo il brodo.

Cosa rimane quindi? Il sapore? Ma di cosa saprà? Di un mix di patata, zucchina e carota tutte insieme?
Come fa il bambino a distinguere questi sapori? …In nessun modo.

E il colore? A mio gusto, anche poco piacevole, al punto che non attira e non stimola l’appetito in nessun modo.

Allora, cosa fare?

Se proprio volete preparare una pappa a base di brodo vegetale, bollitelo il meno possibile, giusto il tempo necessario per cuocere le verdure. Offrite anche le verdure cotte, ma non mescolate tutte insieme in un’unica pietanza, lasciate ogni alimento separato e distinto, così che il bambino possa assaporarli e imparare a riconoscerli in seguito.

Potete anche benissimo fare a meno del brodo vegetale!

Le pappe non sono più un passaggio obbligatorio nel percorso di introduzione degli alimenti complementari.

Vi chiederete quindi con cosa devo iniziare? Vi rimando a questo articolo qui 😉


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Non mangia perchè allatti!

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Non mangia perchè allatti!

Spesso mi scrivete “devo smettere di allattare, sennò il bambino non mangia altro”.

Si può smettere di allattare solo quando un bambino può farcela senza il seno: ha imparato a saziarsi con i cibi solidi, a calmarsi e ad addormentarsi senza prendere il seno. 

L’OMS raccomanda di continuare l’allattamento al seno fino a 2 anni o più, se madre e figlio lo desiderano. Ci sono, inoltre, molti studi che confermano i benefici dell’allattamento prolungato sia per il bambino, sia per la madre.

Smettere di allattare non vi darà alcuna garanzia che il bambino comincerà a mangiare cibi complementari. Se inizia, fantastico, siete fortunati, ma se questo processo non si avvia, cosa farete? Da dove prenderà i nutrienti indispensabili?

Come comportarsi allora? E’ vero che un bambino non mangia, perché è sazio di latte materno?

Fino all’età di 1 anno, il latte materno è considerato la base dell’alimentazione. Questo non significa che non dovrebbe mangiare nient’altro, al contrario, è importante iniziare con gli alimenti complementari dai 6 mesi e introdurre il bambino ad un’ampia varietà di cibi solidi. I bisogni nutrizionali sono coperti dal latte materno fino all’anno di vita (l’unica eccezione potrebbe essere il ferro e la vitamina D).

Dopo 1 anno, comunque, il latte non si trasforma magicamente in “acqua tiepida”, ovviamente, continua a nutrire il bambino e a volte può diventare un motivo per il rifiuto dei cibi solidi.

Questo può accadere se il bambino non ha imparato a capire che i cibi complementari sono in grado di saziarlo. Ad esempio, se i pasti non sono regolari, il bambino mangia sempre pochissimo e in modo casuale, il collegamento “cibo solido = sazietà” non viene stabilito. Pasti insieme, regolari e con molta pazienza, in questo caso aiuteranno.

Lo scarso interesse verso cibi solidi potrebbe avere ragioni oggettive: malattia (raffreddore, febbre, otite), la carenza di ferro, che influisce sempre negativamente sull’appetito (ne parlerò prossimamente), aspetti psicologici come ad esempio, l’atmosfera tesa durante i pasti, gli abusi alimentari in famiglia o l’assenza di pasti insieme.

Come si può correggere?

Se un bambino (di età superiore a un anno) regolarmente (ogni giorno per diversi giorni) preferisce il latte materno a tutti gli altri alimenti, allora prima va trovata la causa per poi correggerla. Fate un esame del sangue e, se ce ne fosse, iniziate a trattare la carenza di ferro. Prestate molta cura all’atmosfera a tavola durante i pasti: non fate pressioni sul bambino, non costringetelo a mangiare.

Iniziate ad introdurre delle regole e un regime di allattamento al seno specifico (non smettete di allattare completamente!). Privare bruscamente un bambino del seno può causare ulteriore stress ed aggravare il rifiuto dei cibi solidi.

Distanziate l’allattamento dai pasti. Cercate di assicurarvi che il bambino non prenda il seno entro un’ora dal pasto, ma allo stesso tempo, non portatelo a un elevato senso di fame. In questo stato, è probabile che rifiuti completamente il cibo, per rifugiarsi nel suo solito modo di alimentazione: il seno.

Offrite al bambino modi alternativi per calmarsi, ad esempio degli abbracci, ma non il seno. Provate altri modi per addormentarlo in modo che, di notte, non assuma calorie per l’intera giornata.

Lasciatemi ricordare ancora una volta, l’ingrediente più importante: mangiare insieme. Era ed è tuttora il modo più efficace per insegnare ai bambini a mangiare, masticare, deglutire, amare le verdure, mangiare con cucchiaio e forchetta… (continuate voi l’elenco).

Ultimo, ma non meno importante, non esiste una pillola magica, come nemmeno un metodo rapido. Tutte le nuove abitudini richiedono tempo e molta pazienza. Solo l’applicazione regolare e a lungo termine di queste raccomandazioni, può portare a cambiamenti positivi.

Ho fiducia in voi.

🔥Affrontiamo questo e tutti gli altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere”, scopri tutti i dettagli QUI.

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