Schemi e tabelle svezzamento VS linee guida

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schemi e tabelle in svezzamento

SCHEMI E TABELLE SVEZZAMENTO DEI VS PEDIATRI VS LINEE GUIDA 2023 OMS

Ho analizzato per voi, alcune tabelle e schemi per lo svezzamento che mi avete mandato e che vi sono state consegnate dal vostro pediatra, confrontandole con le linee guida sull’alimentazione complementare, aggiornate dall’OMS ad Ottobre 2023.

⛔Inizio dello svezzamento: quasi tutti gli schemi e tabelle indicano come età per iniziare 4/5 mesi.

✅Le linee guida dell’OMS, aggiornate nel 2023, dicono chiaramente che: l’inizio dell’introduzione dei cibi complementari dovrebbe avvenire a 180 giorni o meglio 6 mesi di vita.

Molto tabelle parlano della sostituzione della poppata lattea con la pappa.

✅le linee guida sottolineano l’importanza di proseguire l’allattamento e di non sostituire le poppate con il cibo complementare. 

In tutte le tabelle troviamo il parmigiano in quantità di un cucchiaino o due in ogni pappa, quotidianamente.

✅Sempre l’OMS sottolinea di evitare cibo ricco di sale e grassi saturi.

✅Le linee guida sottolineano l’importanza della diversità, quindi della varietà della dieta e dicono che i bambini piccoli devono consumare cibi vari per far fronte a tutti i loro bisogni nutrizionali.

Di contro, cosa troviamo negli schemi e nelle tabelle? Una pappa continua con brodo vegetale e crema di riso o mais da tapioca (che nessuna famiglia sa cosa sia) per settimane e settimane.

In tutti gli schemi troviamo una sequenza specifica di inserimento dei cibi in base all’età e anche l’indicazione di inserire l’uovo ad una certa età, oltre che alla necessità di dividere il bianco dal rosso che va inserito in seguito.

✅Vi ricordo che l’uovo può essere inserito nell’alimentazione dei bambini a partire dai sei mesi e non va suddiviso tra bianco e rosso (procedura inutile a prescindere) e quindi può essere proposto tutto intero.

In tutte le tabelle e schemi troviamo il famoso brodo vegetale come base della pappa.

✅Nelle linee guida dell’OMS non c’è né proprio traccia, non parlano proprio dell’esistenza del proprio vegetale come base della limitazione dei bambini.

Sempre nelle tabelle, il pesce viene spesso posticipato addirittura dopo il primo anno di vita.

✅L’OMS ci suggerisce di introdurlo a partire dai sei mesi.

Parliamo del latte di proseguimento, che appare quasi su ogni foglio

✅L’OMS ci dice chiaramente, che il latte di proseguimento e di crescita non sono raccomandati e consigliati.

👌Quindi, se anche a voi vi è stato consegnato uno di questi foglietti non aggiornati, l’utilizzo migliore che potete fare e strapparli!

Le linee guida aggiornate dell’OMS sono accessibili a tutti e le trovate:

  • all’interno del sito in Italiano dell’istituto Superiore di Sanità QUI
  • all’interno della pubblicazione del sito dell’OMS in Inglese QUI in cui troverete l’allegato QUI

E voi che schemino avete ricevuto? Vi aspetto nei commenti QUI

Vi ricordo che per intraprendere un percorso corretto e aggiornato sullo svezzamento, vi aspetto nel nostro video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con piacere“!

Tutti i dettagli QUI

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Coliche del neonato: cosa fare?

Coliche del neonato

COLICHE DEL NEONATO: COSA FARE?

È stato provato che il pianto serale, inconsolabile, dei bambini dalle 3 alle 12 settimane di vita, è molto raramente collegato alle coliche intestinali e quindi all’eccesso di gas che ne causa il dolore.

È vero che quando il bambino piange, sembra che si sforzi e tiri su le gambe e, magari, espella anche dell’aria, ma ciò succede non perché provi dolore, ma perché i bambini piccoli piangono con tutto il corpo.
È un’attività piuttosto impegnativa che richiede tanto sforzo fisico e, giustamente, questo sforzo provoca anche la fuoriuscita di un pò d’aria, naturalmente presente nell’intestino di ogni essere umano.

Di fatto, le famose “coliche” sono più legate all’incapacità del sistema nervoso immaturo, di elaborare gli stimoli della giornata. O meglio, è il modo che utilizza il sistema nervoso per scaricare la tensione, rilassarsi e resettarsi dopo i numerosi stimoli ricevuti.
Il noto pediatra americano B. Brazelton, infatti, è convinto che questo pianto inconsolabile della maggior parte dei neonati, serva proprio a riorganizzarsi e a trovare una via di sfogo per il sistema nervoso immaturo del bambino.

❓️Cosa possiamo fare per prevenire queste crisi di pianto?

✅️Ridurre il numero di stimoli durante la giornata

✅️Tenere il bambino il più possibile in braccio (magari, nella fascia portabebè)

✅️Abbassare le luci di sera ed eliminare tutte le fonti di rumore eccessivo

❓️Durante la crisi invece:

✅️Dopo essersi assicurati che il bimbo non pianga per fame, freddo o pannolino sporco, cercare di manipolarlo il meno possibile

✅️Mantenere la calma

✅️Rivolgersi al bambino con una voce dolce e bassa, quasi un sussurro

✅️Tenerlo in una fascia addosso al genitore

✅️Alcuni gradiscono il massaggio (non insistete se provoca un pianto più forte)

✅️Utilizzare la fasciatura (swaddling) che favorisce il suo contenimento e lo aiuta a riorganizzarsi

✅️Respiro profondo, con la consapevolezza che non è un dolore che provoca il pianto, ma un bisogno del suo sistema nervoso di elaborare il sovraccarico di stimoli, che porta ad un vero e proprio scatto di sviluppo.

⁉️E voi, come avete vissuto o state vivendo le famose “coliche”?

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Cosa fare se rifiuta il biberon?

perchè rifiuta il biberon

COSA FARE SE IL BAMBINO RIFIUTA IL BIBERON?

Devo rientrare al lavoro, ma mio figlio rifiuta il biberon cosa posso fare?

Innanzitutto dobbiamo essere consapevoli che imparare a prendere il biberon richiede del tempo, quindi dobbiamo partire sempre in anticipo dando il tempo alla bambina o al bambino di imparare.

✅️ Iniziamo a farlo giocare con la tettarella e con il biberon separatamente, per prendere confidenza con questi nuovi oggetti.

✅️ Passiamo poi all’assunzione non nutritiva, quindi a vuoto, per imparare anche come si succhia questo determinato oggetto.

✅️ Dobbiamo valutare anche la modalità in cui viene proposto il biberon, magari il bambino è troppo stanco, troppo affamato, magari sta scomodo o il flusso del latte è troppo veloce o troppo lento.

Per il bambino, insomma, ci sono tante variabili da valutare.

✅️ Oltre a ciò, va sottolineata l’importanza dell’ambiente sereno in cui si propone questo nuovo strumento. Dev’essere sempre un’esperienza piacevole sia per il bimbo, sia per l’adulto che lo propone.

⛔️ Il bimbo o la bimba non devono essere mai forzati ad accettarlo, devono essere liberi di rifiutare. Non insistete mai, perchè otterrete il risultato contrario.

✅️ Scegliete la tettarella giusta, non quella che assomiglia di più al seno materno, ma quella che permette di fare le stesse cose che permette di fare il seno nella cavità orale del bambino.

Non abbiate aspettative, ci vorrà del tempo, concedetevelo sia voi, sia al bambino.

‼️ Il rifiuto del biberon può essere legato anche alle difficoltà di suzione (es. frenulo corto o altro), quindi se non riuscite a risolvere adottando le piccole accortezze proposte, scrivetemi in direct QUI per fissare un appuntamento e studiare il vostro specifico caso insieme.

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Sostituire le poppate: come e quando?

sostituire le poppate

SOSTITUIRE LE POPPATE: COME E QUANDO?

Lo svezzamento e l’allattamento sono due processi paralleli, che coesistono e non interferiscono tra loro.

Non bisogna cercare di sostituire l’allattamento con gli alimenti complementari, soprattutto nella fase iniziale.
Il nostro obiettivo non è quello di far saziare il bambino con i solidi, ma di permettergli di scoprire e sperimentare nuove consistenze, gusti, forme, odori e temperature.

Fino ad 1 anno, il latte rimane la base dell’alimentazione di un bambino. Per citare l’OMS: “Il latte materno è un’importante fonte di energia e nutrienti per i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi. Può fornire metà o più del fabbisogno energetico di un bambino di età compresa tra 6 e 12 mesi”.

Pertanto, la sostituzione categorica dell’allattamento con gli alimenti complementari dovrebbe avvenire dopo 1 anno.

Nei primi mesi dello svezzamento, se i genitori notano che il bambino rifiuta le poppate a favore dei pasti, ha senso limitare la quantità di questi ultimi, per favorire le poppate.

Come avviene la sostituzione delle poppate con i cibi complementari?

In modo graduale e no, non possiamo controllare questo processo, il bambino lo farà da solo. Ogni giorno mangerà più cibi solidi, riducendo la frequenza e/o la durata delle poppate.
Per ogni bambino ciò accade nel momento appropriato.

È una buona regola, fino ad 1 anno di vita, offrire il latte sia 30-40 minuti prima del pasto solido, sia subito dopo.

Lo facciamo perché il bambino a 6 mesi non sa che gli alimenti complementari possono saziarlo. L’unico modo che conosce per soddisfare la fame è l’allattamento. Mangiare del cibo per lui è un curioso rito che mamma e papà ripetono ogni giorno. Inizia quindi a mangiare i solidi per curiosità e non per fame.

Un bambino, nella fase iniziale dello svezzamento, non dovrebbe mai sedersi a tavola affamato, perché sarebbe nervoso e vorrebbe mangiare e per lui vale a dire latte materno o artificiale. Col tempo, quando capirà che anche il cibo dà sazietà, lui stesso inizierà a rifiutare le poppate prima dei pasti.

Commenti e risposte QUI

Parliamo di questo ed altro nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere” – SCOPRI DI PIÙ

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Non mangia perchè allatti!

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Non mangia perchè allatti!

Spesso mi scrivete “devo smettere di allattare, sennò il bambino non mangia altro”.

Si può smettere di allattare solo quando un bambino può farcela senza il seno: ha imparato a saziarsi con i cibi solidi, a calmarsi e ad addormentarsi senza prendere il seno. 

L’OMS raccomanda di continuare l’allattamento al seno fino a 2 anni o più, se madre e figlio lo desiderano. Ci sono, inoltre, molti studi che confermano i benefici dell’allattamento prolungato sia per il bambino, sia per la madre.

Smettere di allattare non vi darà alcuna garanzia che il bambino comincerà a mangiare cibi complementari. Se inizia, fantastico, siete fortunati, ma se questo processo non si avvia, cosa farete? Da dove prenderà i nutrienti indispensabili?

Come comportarsi allora? E’ vero che un bambino non mangia, perché è sazio di latte materno?

Fino all’età di 1 anno, il latte materno è considerato la base dell’alimentazione. Questo non significa che non dovrebbe mangiare nient’altro, al contrario, è importante iniziare con gli alimenti complementari dai 6 mesi e introdurre il bambino ad un’ampia varietà di cibi solidi. I bisogni nutrizionali sono coperti dal latte materno fino all’anno di vita (l’unica eccezione potrebbe essere il ferro e la vitamina D).

Dopo 1 anno, comunque, il latte non si trasforma magicamente in “acqua tiepida”, ovviamente, continua a nutrire il bambino e a volte può diventare un motivo per il rifiuto dei cibi solidi.

Questo può accadere se il bambino non ha imparato a capire che i cibi complementari sono in grado di saziarlo. Ad esempio, se i pasti non sono regolari, il bambino mangia sempre pochissimo e in modo casuale, il collegamento “cibo solido = sazietà” non viene stabilito. Pasti insieme, regolari e con molta pazienza, in questo caso aiuteranno.

Lo scarso interesse verso cibi solidi potrebbe avere ragioni oggettive: malattia (raffreddore, febbre, otite), la carenza di ferro, che influisce sempre negativamente sull’appetito (ne parlerò prossimamente), aspetti psicologici come ad esempio, l’atmosfera tesa durante i pasti, gli abusi alimentari in famiglia o l’assenza di pasti insieme.

Come si può correggere?

Se un bambino (di età superiore a un anno) regolarmente (ogni giorno per diversi giorni) preferisce il latte materno a tutti gli altri alimenti, allora prima va trovata la causa per poi correggerla. Fate un esame del sangue e, se ce ne fosse, iniziate a trattare la carenza di ferro. Prestate molta cura all’atmosfera a tavola durante i pasti: non fate pressioni sul bambino, non costringetelo a mangiare.

Iniziate ad introdurre delle regole e un regime di allattamento al seno specifico (non smettete di allattare completamente!). Privare bruscamente un bambino del seno può causare ulteriore stress ed aggravare il rifiuto dei cibi solidi.

Distanziate l’allattamento dai pasti. Cercate di assicurarvi che il bambino non prenda il seno entro un’ora dal pasto, ma allo stesso tempo, non portatelo a un elevato senso di fame. In questo stato, è probabile che rifiuti completamente il cibo, per rifugiarsi nel suo solito modo di alimentazione: il seno.

Offrite al bambino modi alternativi per calmarsi, ad esempio degli abbracci, ma non il seno. Provate altri modi per addormentarlo in modo che, di notte, non assuma calorie per l’intera giornata.

Lasciatemi ricordare ancora una volta, l’ingrediente più importante: mangiare insieme. Era ed è tuttora il modo più efficace per insegnare ai bambini a mangiare, masticare, deglutire, amare le verdure, mangiare con cucchiaio e forchetta… (continuate voi l’elenco).

Ultimo, ma non meno importante, non esiste una pillola magica, come nemmeno un metodo rapido. Tutte le nuove abitudini richiedono tempo e molta pazienza. Solo l’applicazione regolare e a lungo termine di queste raccomandazioni, può portare a cambiamenti positivi.

Ho fiducia in voi.

🔥Affrontiamo questo e tutti gli altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere”, scopri tutti i dettagli QUI.

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Biscotto nel biberon

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Biscotti nel biberon

Si possono aggiungere i biscotti solubili o farine di cereali nel biberon?

‼️Il bambino dovrebbe bere dal biberon solo latte artificiale o latte materno. Niente di più. Nemmeno l’acqua, che andrebbe offerta da un normale bicchiere.

Come mai?

1️⃣ L’aggiunta di qualsiasi alimento nel latte è già un inizio di svezzamento. Il compito principale dello svezzamento è INTRODURRE il bambino a una varietà di consistenze, gusti, forme e profumi dei cibi “per adulti”.

Come può un bambino scoprire il biscotto (che poi non gli serve proprio, perché pieno di zucchero) o la farina di riso, se sono nascosti in un biberon?

L’alimentazione complementare è una sperimentazione con degli alimenti, un’interazione con essi. Non c’è interazione attraverso il biberon.

2️⃣ I cibi complementari offrono l’opportunità di imparare a masticare. Passare dal succhiare al mordere, masticare, spostare il cibo con la lingua e deglutire. Il cibo in biberon non dà ai bambini l’opportunità di sviluppare questa abilità.

3️⃣ Nel processo di masticazione mescoliamo il cibo con la saliva, avviando così la digestione direttamente in bocca (la saliva contiene enzimi che scompongono i carboidrati complessi). Se il bambino non mastica, ma ingoia immediatamente, salta la prima fase del processo digestivo.

4️⃣ I cibi nel biberon sono calorie liquide, che sono più facili da assumere in grandi quantità. L’assunzione continua di calorie in eccesso può portare a sovrappeso e obesità.
L’Italia è uno dei paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile: su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso.

5️⃣ Il cibo nel biberon può causare carie, soprattutto quando viene somministrato prima della nanna, saltando la pulizia dei denti.

In effetti, dare le pappe da un biberon è molto più facile che insegnare ai bambini a mangiare cibo solido, ma il nostro obiettivo non è fargli assumere grandi quantità, ma aiutarli ad instaurare un sano rapporto con esso. Il cibo nel biberon sicuramente non contribuisce a questo.

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Bevande per bambini

Bevande per bamb

Bevande per bambini

Vediamo cosa dicono al riguardo le autorevoli organizzazioni internazionali:

0-6 mesi

Esclusivamente latte materno o di formula. La parola chiave qui è ESCLUSIVAMENTE. Ciò significa che tutto il resto è escluso. È vietato. Infusi, tè al finocchio, succo di mela, etc.
Il bambino riceve abbastanza liquidi dal latte…anche in estate.

Per i bambini allattati con latte in formula, l’integrazione con l’acqua è indicata solo in presenza di segni di disidratazione (molto raro).

7-12 mesi

La bevanda principale è sempre il latte + una piccola quantità di acqua.

Con l’inizio dell’introduzione degli alimenti complementari, i bambini allattati con la formula, devono assolutamente iniziare a bere acqua ad ogni pasto.

Per bambini allattati al seno, non è indispensabile somministrare acqua se l’allattamento a richiesta continua. Se, però, mentre voi bevete il bambino la richiede, allora offritegliela.

In termini di quantità, cercate di non superare i 120 ml di acqua al giorno. Se soffre di stitichezza, allora potete offrirne di più.

Tutto qui, non servono altri liquidi.

13-24 mesi

La bevanda principale è sempre l’acqua, che dev’essere sempre a disposizione del bambino.

Continuate ad allattare. Ricordate che l’OMS raccomanda di allattare fino a 2 anni o più se la mamma e il bambino lo desiderano?

Potete offrire latte vaccino intero o un’alternativa vegetale. Fate solo attenzione al latte di riso: potrebbe contenere quantità di arsenico non adatte ai bambini al di sotto di 5 anni.

Il volume consigliato è di circa 120 ml al giorno.

2-5 anni

L’acqua rimane la bevanda principale.

Potete passare a un latte meno grasso (ma non scremato).
Potete continuare ad allattare.

Potete offrire una piccola quantità di succo 100% frutta (non più di 120 ml al giorno). Idealmente, durante i pasti, ciò ridurrà il rischio di carie.

Potete offrire diversi tipi di tè e tisane.

I medicinali da assumere con acqua, sono un’eccezione a queste raccomandazioni. Se viene prescritto l’uso (gocce, sciroppi, etc), allora, ovviamente, possono e devono essere somministrati a un bambino di qualsiasi età.

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