Brodo vegetale

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Brodo vegetale

Chi di voi non ha mai sentito parlare del brodo vegetale? Quel “liquido santo” che spesso propongono i pediatri come base per l’inizio dello svezzamento…credo un pò tutti!

Ma serve davvero?

Il primo aspetto da considerare è che esistono vitamine termolabili, che sono poco resistenti al calore e durante una cottura lunga si “rompono”. Più lunga è la cottura, meno queste vitamine resistono. Quali sono? Sono soprattutto quelle del gruppo B, poi le vitamine A e C, la beta-carotene e la vitamina E.

E con cosa prepariamo di solito il brodo vegetale? 

Cosa contiene la ricetta del pediatra, quella uguale per tutte le stagioni e tutte le famiglie?
Vediamo: zucchina, carota e patata…proprio quelle verdure ricche di vitamine termolabili!

Cosa significa quindi? Che la lunga cottura del brodo (ricordo che il pediatra di mio figlio Giorgio mi consigliò di cuocere il brodo fino a quando non fosse evaporato un terzo dell’acqua) distrugge le vitamine che dovrebbero essere assunte dal bambino con la pappa a cui aggiungiamo il brodo.

Cosa rimane quindi? Il sapore? Ma di cosa saprà? Di un mix di patata, zucchina e carota tutte insieme?
Come fa il bambino a distinguere questi sapori? …In nessun modo.

E il colore? A mio gusto, anche poco piacevole, al punto che non attira e non stimola l’appetito in nessun modo.

Allora, cosa fare?

Se proprio volete preparare una pappa a base di brodo vegetale, bollitelo il meno possibile, giusto il tempo necessario per cuocere le verdure. Offrite anche le verdure cotte, ma non mescolate tutte insieme in un’unica pietanza, lasciate ogni alimento separato e distinto, così che il bambino possa assaporarli e imparare a riconoscerli in seguito.

Potete anche benissimo fare a meno del brodo vegetale!

Le pappe non sono più un passaggio obbligatorio nel percorso di introduzione degli alimenti complementari.

Vi chiederete quindi con cosa devo iniziare? Vi rimando a questo articolo qui 😉


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Cibo dal frigorifero

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Cibo dal frigorifero

Ricevo spesso domande tipo “devo scaldare lo yogurt preso dal frigorifero prima di servirlo al bambino?”. Scopriamolo insieme.

1️⃣Uno degli obiettivi dell’introduzione degli alimenti complementari, è quello di far conoscere al bambino le diverse varietà di temperature degli alimenti. Dopotutto, fino a 6 mesi, questa temperatura è sempre stata la stessa con l’allattamento. Pertanto, se scaldiamo qualcosa che di solito si mangia freddo, il bambino non saprà mai che il cibo può avere temperature diverse.

2️⃣La temperatura di cui il nostro stomaco ha bisogno per una digestione ottimale, è di 37-40°C. Il nostro corpo si impegna a mantenere questa temperatura costante, all’interno dello stomaco. Non appena un prodotto più freddo di 37° entra in bocca, il nostro corpo lo riscalda rapidamente, fino alla temperatura necessaria. Certo, se riscaldiamo preventivamente tutto a questa temperatura, il corpo non avrà l’opportunità di allenare questa funzione di termoregolazione.

Molto probabilmente le nonne obietteranno: “Al bambino farà male la gola se mangia il cibo freddo direttamente dal frigorifero!” Mi affretto a smentirle, la gola non avrà problemi per il freddo, il mal di gola è causato dai vari virus e non dal freddo.

Pensate un pò, in termini di ricchezza di specie, il microbiota del cavo orale è secondo solamente al colon. Molti virus e batteri vivono già nella nostra cavità orale e possono portare a malattie solo se la mucosa orale è danneggiata. Questo può accadere, per esempio, se il bambino respira costantemente con la bocca anziché con il naso, se è esposto al fumo passivo o se soffre di reflusso. In questo caso, il cibo freddo può portare i batteri che vivono nel cavo orale, alla fase attiva e indurre la malattia. Se non ci sono fattori di rischio, però, il cibo freddo non danneggerà il bambino.

Al contrario, se il bambino ha già mal di gola, il cibo freddo può portare sollievo e diventare una sorta di antidolorifico.

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Uova in autosvezzamento

Copertine post ITA (2)

Uova in autosvezzamento

Oggi sfatiamo i miti più diffusi su un alimento nello svezzamento: le uova.

Molti credono che sia necessario introdurre prima il tuorlo e poi l’albume molto più tardi.

Amici, questa è solo una credenza senza fondamenti.

Si pensava questo a causa della scarsa informazione sulle allergie. Si credeva che le proteine ​​dell’albume fossero più allergizzanti e, più tardi venivano introdotte nella dieta del bambino, minore era il pericolo di sviluppare allergie.

Ma la ricerca moderna in allergologia suggerisce il contrario: prima si introducono gli alimenti appartenenti al gruppo dei 14 più grandi allergeni e minore è la probabilità di sviluppare allergie alimentari in futuro.

Le uova sono infatti incluse nei 14 grandi allergeni e sia il tuorlo, che l’albume possono causare una reazione allergica, che si manifesta anche ad un dosaggio minimo.

È impossibile separare l’albume dal tuorlo in modo che non si mischino, quindi è inutile separarli per paura di una reazione allergica.

Le uova possono essere offerte ai bambini già a partire dai 6 mesi. Sia il tuorlo che il bianco.

Ricordate solo che i bambini sotto i 5 anni non devono mangiare uova crude o semi crude a causa dell’alto rischio di contrarre la listeria.

Video, commenti e risposte QUI

È disponibile la guida pratica sui tagli sicuri QUI

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Uva in autosvezzamento

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Uva in autosvezzamento

E’ arrivata la stagione dell’uva, parliamo quindi di questo frutto e di come offrirlo.

Si può proporla ai bambini già a 6 mesi, rispettando i tagli sicuri.

Non è un prodotto altamente allergenico, ma, ovviamente, non sono escluse reazioni individuali (estremamente rare).

Contrariamente ai detti popolari, non provoca fermentazione nello stomaco.

Ricca di fibre, vitamina C e K, l’uva contiene l’80-84% di acqua. Grazie a queste proprietà, l’uva matura può essere un’eccellente prevenzione della stitichezza. Può essere consumata quotidianamente, ma non a discapito della varietà con altri prodotti.

Ricordoamoci, che il soffocamento è una delle principali cause di morte nei neonati e nei bambini piccoli, in particolare nella fascia 0 – 4 anni. Il cibo è responsabile nel 40% dei casi di soffocamento fatale e di circa il 60% di soffocamento non fatale.

L’uva è la terza causa più comune negli episodi di soffocamento fatali legati al cibo, dopo wurstel e caramelle. Pertanto, per i bambini di età inferiore a 4 anni, si deve necessariamente tagliare l’uva in 4 spicchi. Mai offrirla intera. Anche quando vi sembra che il bambino stia già masticando bene.

Per i bimbi con la presa a pinza (dopo 9 mesi di età) si potrebbe tagliare l’uva a pezzetti ancora più piccoli per stimolare lo sviluppo della motricità fine.

⛔️Mai e poi mai si può tagliare l’uva a rondelle.

Se il bambino si rifiuta di mangiare l’uva a spicchi, non insistete, non è un prodotto essenziale. Lasciate che mangi qualsiasi altro frutto in forma e tagli sicuri.

Ricordate che non ci sono alimenti indispensabili nella dieta, nessun beneficio dell’uva è comparabile con il rischio di soffocamento collegato.

Avete già proposto l’uva ai vostri bambini? Vi ricordate sempre di tagliarla?

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Biscotto nel biberon

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Biscotti nel biberon

Si possono aggiungere i biscotti solubili o farine di cereali nel biberon?

‼️Il bambino dovrebbe bere dal biberon solo latte artificiale o latte materno. Niente di più. Nemmeno l’acqua, che andrebbe offerta da un normale bicchiere.

Come mai?

1️⃣ L’aggiunta di qualsiasi alimento nel latte è già un inizio di svezzamento. Il compito principale dello svezzamento è INTRODURRE il bambino a una varietà di consistenze, gusti, forme e profumi dei cibi “per adulti”.

Come può un bambino scoprire il biscotto (che poi non gli serve proprio, perché pieno di zucchero) o la farina di riso, se sono nascosti in un biberon?

L’alimentazione complementare è una sperimentazione con degli alimenti, un’interazione con essi. Non c’è interazione attraverso il biberon.

2️⃣ I cibi complementari offrono l’opportunità di imparare a masticare. Passare dal succhiare al mordere, masticare, spostare il cibo con la lingua e deglutire. Il cibo in biberon non dà ai bambini l’opportunità di sviluppare questa abilità.

3️⃣ Nel processo di masticazione mescoliamo il cibo con la saliva, avviando così la digestione direttamente in bocca (la saliva contiene enzimi che scompongono i carboidrati complessi). Se il bambino non mastica, ma ingoia immediatamente, salta la prima fase del processo digestivo.

4️⃣ I cibi nel biberon sono calorie liquide, che sono più facili da assumere in grandi quantità. L’assunzione continua di calorie in eccesso può portare a sovrappeso e obesità.
L’Italia è uno dei paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile: su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso.

5️⃣ Il cibo nel biberon può causare carie, soprattutto quando viene somministrato prima della nanna, saltando la pulizia dei denti.

In effetti, dare le pappe da un biberon è molto più facile che insegnare ai bambini a mangiare cibo solido, ma il nostro obiettivo non è fargli assumere grandi quantità, ma aiutarli ad instaurare un sano rapporto con esso. Il cibo nel biberon sicuramente non contribuisce a questo.

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Minestre: servono davvero?

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Minestre: servono davvero?

In Italia le minestre della nonna sono spesso il piatto più gettonato sulle tavole dei bambini piccoli.

Questo è comprensibile: dopo averla preparata una volta, ci scordiamo di cucinare per tre giorni 😅. Inoltre, è credenza comune, che il cibo caldo e liquido migliori la digestione e aiuti a risolvere la stitichezza.

Ma le minestre sono così necessarie e utili come si usa credere?

Molto probabilmente vi sorprenderò, ma le zuppe sono molto sopravvalutate 🤷.

❗Durante la loro lunga cottura, una grande parte delle vitamine (soprattutto la vitamina C) nelle verdure vengono perse.

❗Come scrive l’OMS nelle sue raccomandazioni, la zuppa ha una “bassa densità energetica e nutritiva”. Cioè, per ottenere gli stessi nutrienti, il bambino ha bisogno di mangiarne molta di più rispetto ad altre pietanze.

❗Proprio perché ha una consistenza non molto comoda da gestire, ai bambini spesso non piace e ne mangiano poca🤦.

❗ Contro la stitichezza serve mangiare fibre (frutta e verdura) e bere molta acqua. Non serve mescolare tutto in un unico piatto 🤭.

Cosa fare quindi? Abbandonare del tutto zuppe e minestre?

✅ Se fanno parte della vostra dieta e di quella del bambino e piacciono a tutta la famiglia, allora continuate a cucinarle. Di seguito vi dirò come renderle più nutrienti.

❌Se di solito non le mangiate, allora non iniziate “per il bene del bambino” 😉. Non ne vale la pena.

Suggerimenti dell’OMS su come rendere zuppe e minestre più nutrienti:

✅ Rendetele più dense
✅ Aggiungete olio d’oliva
✅ Aggiungete cibi ricchi di proteine ​​(carne, pesce, legumi, uova e cereali)

Come offrire zuppe e minestre (se le mangiate) durante l’autosvezzamento?

🔥 Potete mettere la parte solida separatamente su un piatto e versare il brodo in un bicchiere o ciotolina da bere comodamente

🔥 Potete cucinare la zuppa e passarla come vellutata per renderla più densa, è più facile da mangiare.

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Come offrire la carne ai bambini?

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Come offrire la carne ai bambini?

Spesso mi chiedete quando e come offrire la carne al vostro bambino.

Ecco a voi ☺️.

❓Quando iniziare? – È possibile, anzi, è necessario dai 6 mesi. La carne è ricca di ferro e zinco, sostanze estremamente importanti per il pieno sviluppo dei bambini.

❓Ogni quanto? – 2/3 volte a settimana.

❓In che formato?

✔️Carne macinata (anche come salsa tipo ragù) potete offrirla con verdure, cereali, pasta o semplicemente così.

✔️ Pezzi morbidi tagliati a striscie perpendicolarmente alle fibre – a bastoncino comodo per il bambino da prendere in mano.

✔️ Carni a lunga cottura che si sfilacciano con le mani, come spezzatino o carne macinata, possono essere serviti come piatto a parte o con cereali/pasta, sminuzzata in piccoli pezzi.

✔️Polpette sempre a forma di bastoncino, comodi da afferrare in pugno.

L’unica condizione è che la carne sia ben cotta. Ai bambini di età inferiore a 5 anni non devono essere offerti prodotti di origine animale crudi o semicotti.

🔥Tutte le organizzazioni internazionali affermano all’unanimità che le proteine ​​dovrebbero essere presenti nella dieta del bambino ad ogni pasto. Non dimenticate, però, che la carne non è l’unica fonte di proteine. Può essere alternata al pesce, ai latticini, alle uova e ai legumi.

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Miele sul ciuccio

Copertine post ITA 2

Miele sul ciuccio

‼️ I bambini di età inferiore ad 1 anno non devono consumare il miele in nessuna forma, nè cruda, nè cotta.

Questo divieto è associato al pericolo di infezione da spore che causano il botulismo.

‼️ Il trattamento termico (cottura) non permette di raggiungere una temperatura sufficiente a distruggere le spore. Pertanto, leggete attentamente le etichette dei prodotti che acquistate: ad esempio i prodotti da forno contengono spesso miele.

Dal sito web dell’OMS: “Il botulismo infantile si sviluppa quando i bambini ingeriscono spore di C. botulinum, che si trasformano in batteri che colonizzano l’intestino e rilasciano tossine. Nella maggior parte degli adulti, ciò non accade perché i meccanismi naturali di difesa dell’intestino, che si formano successivamente, impediscono la germinazione delle spore e la crescita dei batteri».

⚠️I principali sintomi del botulismo nei neonati sono: costipazione, perdita di appetito, debolezza, pianto alterato e difficoltà a controllare i movimenti della testa.

⛔Il botulismo per i bambini può essere fatale. Ecco perché non và assolutamente somministrato fino ad 1 anno.

‼️ Attenzione: bagnare il capezzolo con il miele in modo che il bambino lo prenda è assolutamente da evitare.

⛔È anche importante ricordare che il miele è fonte di zucchero aggiunto, pertanto, al fine di prevenire eccessi, è meglio evitare completamente questo alimento nella dieta fino ai 2 anni.

✅Le madri in gravidanza e in allattamento POSSONO consumare il miele senza nessun problema.

❗E no, il miele non è un prodotto altamente allergenico: non è incluso, né nei nove grandi allergeni, né nell’elenco esteso degli alimenti allergizzanti.

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Zucchero e bambini

Zucchero

Zucchero e bambini

Quando si parla di limitazione dello zucchero nella dieta di un bambino, si intende limitare gli zuccheri liberi. Secondo l’OMS gli “zuccheri liberi” sono tutti gli zuccheri aggiunti ai prodotti alimentari, da chi cucina o dal consumatore, più gli zuccheri naturalmente presenti nel miele, sciroppi, succhi di frutta e concentrati. Il nostro corpo non ha bisogno di loro, perché non portano alcun beneficio.

Altra cosa sono gli zuccheri naturali che si trovano nella frutta, nella verdura e in altri alimenti.
Il loro assorbimento nel nostro corpo non è nè diretto, nè veloce, perché “imprigionati” nelle fibre di cui questi alimenti sono composti e sono quindi una fonte qualitativa di energia.

Oggi parleremo degli zuccheri aggiunti e delle restrizioni sul loro utilizzo.

L’OMS sconsiglia il consumo di zuccheri liberi nei bambini sotto i 2 anni. Questa opinione è condivisa nelle raccomandazioni dietetiche americane (pubblicate e aggiornate ogni 5 anni), dal ministero della salute Britannico NHS e dal CDC americano. L’ente ESPGHAN sottolinea, che i bambini di età compresa tra 2 e 4 anni possono assumere 15-16 grammi di zucchero al giorno e per quelli di età inferiore a 2 anni scrive, che l’assunzione di zuccheri liberi “dovrebbe essere ancora più bassa”.

Dobbiamo cercare, quindi, di evitare del tutto questi zuccheri nei bambini sotto i 2 anni e limitarli il più possibile dai 2 anni in poi, attenendosi alle seguenti quantità, sulla base delle raccomandazioni dell’ESPGHAN:

Bambini 2-4 anni – 15-16 grammi al giorno
Bambini 4-7 anni – 18-20 grammi al giorno
Bambini 7-10 anni – 22-23 grammi al giorno

Per gli adulti si consiglia di consumare al massimo 25-30 grammi di zucchero al giorno, ricordando sempre che lo zucchero aggiunto non deve superare il 5-10% delle calorie totali consumate, sempre al giorno. Un cucchiaino di zucchero equivale a 4 grammi.

Nei prossimi post parleremo del perché è importante limitare (non eliminare) lo zucchero nelle nostre diete. Al momento vi lascio con questa info che fa riflettere: in un vasetto di Fruttolo, che si propone come “yogurt per bambini” ci sono 6 gr di zucchero aggiunto. Che ne pensate?

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Sale e bambini

Sale e bambini

Sale e bambini

Il sale si trova naturalmente nella maggior parte degli alimenti, come anche nel latte materno. Carne, pesce, verdura e frutta contengono tutti il sale.

Ecco perché il bambino riceve la giusta quantità di sale necessaria per i processi interni anche dal cibo senza sale aggiunto.

Fino ad 1 anno di vita, un bambino può assumere massimo 1 grammo di sale al giorno. Questa quantità si assume facilmente dai cibi, che naturalmente contengono il sale. I reni dei bambini sotto un anno non sono in grado di processare grandi quantità di sale.

Tra 1 e 3 anni, un bambino può assumere fino ad un massimo di 2 grammi di sale al giorno. Ciò significa che può già mangiare cibo con sale aggiunto. Non lasciatevi ingannare, però, una grande quantità di sale nella dieta è dannosa per tutti, grandi e piccoli.

Per ridurre l’assunzione di sale nei bambini di età inferiore a 1 anno, preparate il cibo senza sale, aggiungendo il sale nel piatto vostro direttamente, se ne avete bisogno. Questo è più facile da fare di quanto sembri.

Al posto di snack salati (cracker, patatine), offrite ai bambini frutta e verdura. In questo modo ridurrete notevolmente la quantità di sale consumata.

Nella dieta di un bambino fino a 1 anno sono consentiti sporadicamente cibi leggermente salati (formaggio, piselli, mais e tonno in scatola, ecc.), nella misura di un prodotto al giorno e non tutti i giorni. Il buon senso vi aiuterà.

Non pensate che per il bambino mangiare senza sale “non sia gustoso”, sono solo le nostre abitudini di gusto a farci utilizzare il sale aggiunto. Il bambino non ha ancora questa “abitudine”, ma sta conoscendo il cibo così com’è al naturale. Siate un esempio per instillare in lui abitudini alimentari sane.

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